Servizio in camera - Racconti Erotici

Servizio in camera

... sua testa, costringendola avanti e indietro, avanti e indietro.

Le dita si agganciano ai lati della sua bocca per tenerla aperta ancora di più per il grosso cazzo.

La donna, con queste labbra rosse, geme. I suoi occhi lacrimosi si alzano e rivelano il bianco in estasi. Le persone intorno ad essa gemono tutte assieme.

Due uomini e una donna, la provocano mentre le accarezzano la testa e le schiaffeggiano le guance. "Che brava ragazza. Che bella divoratrice di cazzi!."

È solo allora che sbatte le palpebre e si rende conto che non era sola in quella camera. E quindi, non era affatto l'unico spettatore.

Una delle voci non proviene affatto dalla TV, ma da un uomo su una sedia proprio di fronte allo schermo.

È nudo, legato alla sua sedia. Le braccia tirate su dietro lo schienale e legato a un collare di cuoio intorno al collo, che lo costringe a stare seduto molto dritto e con il petto in fuori.

Involontariamente si avvicina a lui per vederlo meglio, e dare un senso a quella inusuale vista.

Il collare è realizzato in pelle spessa e robusta, con anelli d'argento che pendono da esso. Un bavaglio ad anello tiene la bocca spalancata e fa gocciolare la bava lungo il mento e gli scorre lungo il petto. Un paio di pinze per capezzoli tremano sui suoi pettorali. Una piccola catena d'argento collega i morsetti al piercing rotondo che adorna la punta del suo pene.

Lei lo fissa. È inevitabile.

Il suo cazzo non è molto lungo, ma i gioielli ingombranti, la forma ...

... e il movimento rendono impossibile distogliere lo sguardo. In questa posizione, seduto con le cosce spalancate, il cazzo dell'uomo le ricorda un rubinetto dell'acqua. È incurvato non verso il busto ma in avanti, il glande pesante, bulboso e ingioiellato quasi ricade verso il basso. Grasse gocce di chiaro liquido pre- seminale filtrano dalla fessura come gocce d'acqua da un rubinetto che perde, sul piercing e gocciolano sul sedile in pelle della sedia. L'organo dall'aria arrabbiata salta e sussulta selvaggiamente, facendo tintinnare la delicata catena che conduce ai morsetti per capezzoli, tirandoli, senza dubbio rendendo le cose più scomode ad ogni movimento.

All'improvviso, l'uomo si accorge di avere compagnia. Geme rumorosamente, pateticamente, e cerca invano di dire qualcosa intorno all'aggeggio tra le sue fauci. Si tira le tre paia di polsini - due alle caviglie, due intorno alle ginocchia, e i due che tengono le mani dietro la schiena così scomodamente dritte e tese. Così forte che l'intera sedia scricchiola.

Lei sussulta quando nota di nuovo lo stesso colore rosso sangue, questa volta sul suo petto leggermente peloso. Alcune lettere sono macchiate di sudore e saliva, ma il messaggio è ancora leggibile. È anche semplice e chiaro.Accompagnato da un'impronta perfetta di labbra arricciate proprio sopra il capezzolo destro e da una freccia che punta verso il basso sull'inguine dell'uomo.

Di nuovo, i suoi occhi non possono fare a meno di seguirli. Il suo sguardo si ...