Servizio in camera - Racconti Erotici

Servizio in camera

... mettendosi invece la lingerie. Tralasciando le mutandine, ovviamente.

Solo per un momento, per sentirsi bella e sexy per un ora o due. Essere senza mutandine rende le cose molto migliori e peggiori.

Il film mentale continua con gli ospiti che entrano dalla porta e la beccano mentre si fissa nello specchio dal pavimento al soffitto, il suo inguine oscenamente incorniciato ed enfatizzato da tutto quel pizzo e dai volant di seta che lo circondano.

Ogni tanto ripensa a quel dildo a ventosa molto realistico che ha trovato attaccato al fondo del box doccia.

Quel coso le fa desiderare di mettersi a quattro zampe. Una volta piegata tutta in avanti, lo prende in bocca, fin giù alla gola.

il suo culo rivolge lo sguardo in aria, pronto ad accogliere.

La sua bocca scivola sul giocattolo, le sue labbra tracciano le vene fittizie e le creste, finché la punta bulbosa non le tocca la parte posteriore della gola aumentando i conati.

Mentre ciò avviene, cerca di raggiungere il pavimento della doccia con la punta del naso.

Chiunque fosse entrato avrebbe visto le sue grosse natiche rotonde, la sua uniforme da cameriera tesa sopra, e il tassello delle sue delicate mutandine di cotone bianco con una piccola macchia bagnata che sarebbe cresciuta a dismisura diventando sempre più scura.

Naturalmente, tutte queste cose sono proiettate solo nella sua testa. Non l'avrebbe mai fatto e, forse, mai avrebbe potuto.

Ama e odia il suo lavoro in egual misura.

Il gruppo ...

... formato da due uomini e due donne gira l'angolo e passa accanto a lei e al suo carrello delle pulizie nel corridoio.

Lei incontra i loro occhi e a sua volta rivolge un sorriso educato e un "Salve, buon pomeriggio", e quelli glielo restituiscono.

Viene colpita dalla bellezza della mora, con il collo lungo, che cammina davanti. Il suo rossetto è lucido e così rosso che sembra sangue fresco che cola dalla sua bocca sontuosa. Il suo sguardo dagli occhi verdi sembra perforare qualcosa dentro di lei. La sua andatura è quella di un gatto, un passo sicuro e aggraziato su tacchi neri.

L'altra donna è piccola e delicata in confronto - ma non per questo meno appariscente -, con occhi a mandorla e capelli così neri da sembrare quasi blu, intrecciati lungo tutta la schiena. Si aggrappa al gomito dell'altra donna e si china su di lei con uno sguardo sognante sul viso. Devono essere migliori amici, pensa.

I due uomini che camminano dietro sono entrambi più alti delle donne. Uno di loro è largo come un giocatore di rugby, l'altro di corporatura media. Entrambi hanno un'aura di totale fiducia in se stessi e grazia. Quello più grande ha la mano intorno al braccio della bruna, ma non è chiaro se la stia guidando o se sia guidato.

Guarda il gruppo svanire in una stanza in fondo al corridoio, una stanza che aveva saltato durante i suoi giri a causa del cartello con sopra il segnale "Per favore, non disturbare" a penzoloni dalla maniglia.

Immediatamente, la sua immaginazione si apre ...