1. Nuda


    Data: 18/07/2022, Categorie: Sentimentali Autore: pink_, Fonte: EroticiRacconti

    ... mentre le onde, leggere, sembrano cantare come i più candidi angeli degli abissi.
    
    Ora l’uomo si ridesta, si trascina a fatica sul ponte, fino a sporgersi, fino a bruciarsi gli occhi coi riflessi di un mare che sembra oro colato. Non è possibile, no, ne ha viste tante il vecchio Djorn, ma un’acqua come quella riesce a stupire anche il suo sguardo stanco, densa e scintillante, ricoperta da una dolce carezza di nebbia sulfurea, sempre più fitta, sospesa come in un sogno, forse questo è il paradiso pensa il marinaio, che quasi riesce a sorridere, fino a che, di colpo, la prua della Serpide si arena, incagliata in quelle che sembrano rocce, oltre cui sempre inizia la speranza di una terra ferma.
    
    Raccoglie le sue ossa il pirata folle, forse non tutto è perduto, forse c’è ancora tempo da vivere prima di morire.
    
    La promessa della vita sembra ridargli le forze, scende dalla barca e si avventura sulle rocce, il vapore gli nega la vista ma il cuore lo convince a proseguire, un respiro dopo l’altro.
    
    Un promontorio di pietra così ripida che sarebbe impossibile per chiunque provare a scalarlo, non resta che seguirne il profilo, sperando che oltre questa montagna si stendano pascoli rigogliosi e uomini buoni, che non è più tempo per fare la guerra.
    
    Cammina, sempre più svelto e sempre più incerto, si lascia guidare dall’unica via possibile finché, qualcosa, ostacola il suo passaggio.
    
    Sembrerebbe una lingua di roccia ma è molto più candida, dai toni caldi dell’aurora, ...
    ... Djorn si avvicina, la sfiora e avverte il fremito della vita, c’è sangue che scorre lì sotto, un qualche sortilegio che lo spinge quasi a fuggire via ma, quando apre il suo sguardo, i suoi occhi sembrano volersi prendere gioco di lui.
    
    Un enorme piede nudo, grande come il morbido letto di un imperatore, lungo molto più dell’apertura delle sue braccia; gigantesche piccole dita che, se la ragione non lo ha abbandonato, si muovono, in nome di una qualche attesa.
    
    Ne ha viste tante Djorn, il ribelle, e altrettante ne ha sentite ma questa assoluta meraviglia supera qualsiasi storia raccontata dai vecchi marinai del porto.
    
    In preda allo stupore prova ad alzare lentamente il suo sguardo, preparandosi ad ammirare l’impossibile, chi sei creatura meravigliosa? Quanto grande puoi essere? Ce ne sono altri come te? E soprattutto, ancora una volta, sai dirmi se sono morto? Se sono preda di un qualche incantesimo celeste? lo sbuffo di nebbia però gli oscura la vista.
    
    La risposta a tutte le sue domande gliela dà la terra, che inizia a tremare sotto i suoi piccoli piedi di uomo, un’ombra pare farsi strada fra le nuvole, lo sgomento lo coglie e non può fare altro che chiudere gli occhi, provando a ripararsi con le braccia.
    
    Un vuoto di vertigine improvvisa, l’aria gli manca, qualcuno lo ha appena raccolto, trascinandolo verso la volta del cielo, forse è dio che lo strappa al mondo dei vivi o forse no, ora che il volo si ferma, sospeso a mezz’aria, ora che Djorn apre gli occhi e si ...
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