1. La Caduta. Atto tredicesimo. Della Battaglia di Agripatus.


    Data: 21/06/2022, Categorie: Racconti Erotici, Etero Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... suo valore. La Guardia dietro di lei continuò a combattere, prendendo terra, tentando di proteggerla Giunsero sino al centro del ponte, ingombro di corpi bruciati e di armi inutilizzabili. -Aristarda Nera!-, esclamò Ostracio. Impugnava il gladio a sua volta. -Ostracio Nivreo.-, disse lei riconoscendolo. Si tolse l’elmo. Nessun motivo per morire a viso coperto. Si misero in guardia. Attorno a loro gli uomini delle rispettive flotte combattevano senza tregua, senza neppure osare disturbare quel duello.
    
    Ostracio non era l’ultimo arrivato. Combatteva regolarmente con la lama addestrandosi.Riuscì a respingere gli attacchi di Aristarda. Colpì il fiancale riuscendo infine a ferirla alla gamba sinistra, poi al fianco ma senza affondare tanto da rendere la ferita seria o letale, sfruttando l’esitazione della donna, riuscì a disarmarla, costringendola contro la murata. Il gladio di Aristarda Nera cadde fuoribordo, in mare. -È finita, Aristarda. La Terza Flotta è arrivata. Avresti dovuto accettare l’offerta di Serena Prima quando potevi.-, disse Ostracio puntandole contro l’arma. Lei si alzò. Piano. Non era una sorpresa che Nivreo facesse parte della Stirpe. Avevano interesse in quello scontro. Ma era irrilevante: quelle serpi in seno al Trono non meritavano clemenza. -Non avrei mai accettato la sua offerta.-, gli occhi della donna ferita lanciavano saette d’odio, -Non avrei mai barattato il mio onore con l’effimera gioia di un trono insozzato dalla brama senza freni. Non sarei ...
    ... divenuta come Calus.-. Estrasse l’altra lama, ora Ostracio la vedeva. Un Tantō. La rabbia parve deformare i suoi lineamenti un tempo aristocratici, scavando nel viso tratti bestiali. -Quella lama non è servita al suo padrone e non salverà neanche te!-, ringhiò attaccandola.
    
    Aristarda parò di piatto e colpì. Continuare a muoversi. Doveva continuare a muoversi! Ostracio Nivreo fu costretto a retrocedere. Il fiato usciva corto, l’adrenalina pompava in vena e il fumo e il calore delle fiamme parevano ovunque. Se quello non era l’Ade, di certo vi andava ben vicino. Era stremata ma si fece forza a continuare. Continuare a lottare. Per l’Impero. Colpì di nuovo, fendendo la corazza di Nivreo senza danni, ma obbligandolo a indietreggiare. Le sue guardie stavano incalzando l’equipaggio, in netta inferiorità numerica ma molto più capaci dei loro nemici. -Arrenditi! La Terza Flotta vi annienterà. Salva i tuoi uomini, Aristarda!-, le ingiunse Ostracio. Sferrò altri due fendenti. La corazza di Aristarda gemette. La donna sentì il dolore del colpo contro le costole. Incrinate? Forse. Strinse la lama con forza. “Non cadrò. Non oggi. Non qui!”. Doveva resistere! I suoi uomini erano morti per lei, avevano attraversato l’Ade per lei! E ora lei doveva resistere, continuare sino all’ultimo, per loro, per tutti i loro caduti e per coloro che ancora si battevano! Sferrò un primo colpo, poi un secondo. Costrinse il suo avversario a difendersi. E infine lo sentì. Buccine d’attacco. Da lontano, dalla ...
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