1. Frate martino - 3


    Data: 15/06/2022, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... l’ingresso, concentrato nel lavoro, più che altro per reprimere le proteste dello stomaco, quando all’improvviso una mano leggera gli lisciò le natiche, scivolandogli impudica nello spacco del culo. Sul momento si sentì gelare, forse accorgendosi solo allora della sua nudità, un po’ come Adamo dopo aver mangiato la fatale mela nel giardino dell’Eden. Mille pensieri gli turbinarono nella testa: saltar su e ricoprirsi, affrontare l’importuno in malo modo… ma la sfrontatezza di quel gesto, o meglio la piacevolezza che ne derivava, lo disarmò e lasciò che l’altro continuasse l’approccio e fu solo quando sentì la punta di un dito premergli sul forellino inviolato, che si riscosse, si raddrizzò col busto e si voltò indietro con volto atteggiato a furioso disdegno, mentre l’uccello fino ad allora penzoloni fra le gambe gli si drizzava, mettendosi in posizione di tiro. Si voltò, dunque, pensando che fosse frate Raffaele, il maestro degli amanuensi, che già diverse volte aveva provato a circuirlo, ma quello che si trovò di fronte fu il volto acceso di libidine di frate Martino, che era capitato lì per caso e non aveva potuto fare a meno di fermarsi a guardare i suoi vezzosi meloncini.
    
    Era rimasto ad ammirarli per un bel pezzo, accosciandosi perfino per osservare meglio e individuare nella peluria il grinzoso buchetto. Da quanto tempo… La mano si era mossa da sola a lisciare quelle chiappe vellutate, a insinuarsi nello spacco, a cercare col dito l’agognata apertura.
    
    “Da come sei ...
    ... stretto, si direbbe che sei ancora pulzello.”, disse frate Martino, leccandosi le labbra.
    
    A quelle parole e sentendo il dito entrargli ancora più dentro, frate Lupino boccheggiò, fissando quel fratacchione alto e robusto, che lo fissava con un sorriso che era l’immagine della libidine.
    
    “Co… cosa stai facendo?”, balbettò del tutto spiazzato, non potendo negare il piacere che quel ruvido dito gli stava procurando.
    
    “Ti sto ficcando un dito nel buco del culo.”, rispose frate Martino, senza alcuna remora.
    
    “Perché lo fai?”, disse l’altro con voce tremolante.
    
    “Voglio preparartelo per ficcarci il cazzo!”
    
    “Eh!!!!”, fece per divincolarsi frate Lupino, ma frate Martino, ormai infoiato, lo afferrò per il cordiglio e lo trattenne, spingendogli il dito ancora più a fondo.
    
    Artigliato in quel modo, il povero fraticello si ritrovò inerme impossibilitato ad accennare la minima difesa. Avrebbe potuto gridare, certo, voltarglisi a morsi, piantargli in un occhio la spazzola di saggina, ma innegabilmente la cosa gli piaceva, come dimostrava il suo cazzo sgocciolante.
    
    Non appena capì d’averlo in suo potere, frate Martino gli affondò nell’ano un altro dito e, agganciandolo a quel modo, lo sollevò, come una puleggia, e lo spinse avanti, addossandolo ad una parete della latrina. Estrarre le dita e ficcargli il cazzo nel buco aperto fu tutt’uno e il povero frate Lupino non ebbe neanche il tempo di dire “ahi”, che già ce l’aveva piantato dentro fino alle palle.
    
    “Mi fai male…”, ...
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