1. Per un po' di gelosia mi feci rompere il culo. (seconda parte)


    Data: 09/06/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Stalio, Fonte: Annunci69

    Fu lui, con un gran sorriso, ad aprirmi la porta, e mentre stavamo andando in camera sua mi resi conto che in casa non c'era nessun altro: "I tuoi non ci sono?"
    
    "Sono al lavoro...vieni."
    
    "No, no.....allora vado via."
    
    "Come....perché?"
    
    "Perché? Lo sai perché."
    
    "Dai...ti prometto che non faremo niente che tu non voglia."
    
    "No...non mi fido. Tu sei troppo pericoloso Gianni."
    
    "Ma va.....siamo amici no?"
    
    "Si, ma non in quel senso. Io non sono un frocio..."
    
    "Lo so.....e neanch'io. Ma se ti va', ci possiamo divertire un po', entro certi limiti."
    
    "E quali sarebbero questi 'limiti'?"
    
    "Ti ho promesso che non faremo niente che tu non voglia."
    
    Dopo un attimo di esitazione, mi decisi, anche perché sotto sotto mi intrigava quello che stava nascendo tra noi: "Ok....ma se esageri vado via immediatamente. E comunque non portarmi in camera tua."
    
    "Va bene.....mettiamoci in sala. Bevi qualcosa?"
    
    "Si.....hai un'aranciata?"
    
    "Forse si...vado a vedere."
    
    Tornò dopo pochi secondi con la mia aranciata, e si mise a sedere sul divano con le gambe aperte, ...e con in bella vista il pacco già gonfio.
    
    "Vieni qui." Facendomi segno di sedermi sulle sue gambe.
    
    "Gianni....tu sei...." Mentre mi accomodavo su una sua coscia.
    
    "Bravo." Mi consegnò la bibita in una mano, mi prese l'altra e se la portò sull'uccello, facendomelo palpare. Lo lasciai fare.
    
    "Gianni se questa cosa si sa in giro io ti ammazzo."
    
    "Ma che dici? Queste sono cose che non si ...
    ... raccontano a nessuno." E cominciò ad abbassare la lampo, a slacciare la cintura, infine tirò fuori l'uccello.
    
    Mi sembrò enorme, era almeno il doppio del mio, la cappella era più larga e molto più scura del manico, e ce l'aveva leggermente ad arco all'insù.
    
    "Ecco...lo sapevo che l'avresti fatto."
    
    Mi prese una mano e me lo fece agguantare: "Senti com'è duro Marchino...è colpa tua."
    
    "È duro......e caldo....."
    
    Mise una mano sopra la mia e mi invitò a segarlo, poi me la mollò ed andai avanti da solo.
    
    "Che bravo che sei....vedrai che noi due ci divertiremo un sacco, vai più forte....così.... hooooo...e con l'altra mano accarezzami delicatamente la cappella...siiiii...."
    
    Sentirlo gemere, vibrare, per il piacere che gli stavo procurando, mi inorgoglì ed accelerai ancora con la sega. Sentivo la cappella ingrossarsi......e dal buco usciva del liquido che mi inumidì le mani. Lui era sempre più perso, con la testa abbandonata sulla spalliera del divano gemeva di piacere.
    
    Mi sborrò in mano nel giro di 3-4 minuti, mentre io continuavo a segarlo...per farlo godere più a lungo.
    
    Così mi ritrovai con entrambe le mani piene di sperma, e lui, passato l'orgasmo: "Mi hai fatto morire...", mentre mi passava dei fazzoletti di carta per pulirmi.
    
    "Hai mai sentito l'odore che fa?"
    
    Portai una mano al naso...la sborra faceva un odore forte, ma non fastidioso.
    
    "Ti piace?"
    
    "Booooo....non saprei."
    
    "Perché non l'assaggi? Solo un pochino con la punta della lingua."
    
    "No, ...
«1234»