1. Vintage - Cap.2: Lo scrittoio


    Data: 26/05/2022, Categorie: Etero Autore: Luthien feat. Hermann Morr, Fonte: EroticiRacconti

    ... quelle bizzarre illustrazioni, quella donna, sempre la stessa in ognuno dei disegni, mostrava uno sguardo liquido di eccitazione e dannatamente magnetico, in pieno contrasto con la situazione di evidente prigionia e sottomissione in cui si trova, legata e immobilizzata in posizioni tanto innaturali quanto conturbanti.
    
    L’ambientazione è la stessa in tutte le stampe: un sontuoso letto a baldacchino, una struttura in legno a cui la donna è legata in varie posizioni, in alcune immagini addirittura sospesa ad essa.
    
    Le corde che la immobilizzano formano delle geometrie sul suo corpo semisvestito, affondando nelle carni morbide e bianche.
    
    Perché è così legata? Cosa la spinge a sottomettersi a quel modo ad una volontà esterna, per quale ricompensa rinuncia in modo così plateale alla sua libertà? Lo sguardo smentisce che sia costretta, lei lo vuole, lo desidera tanto quanto il suo costrittore. Perché?
    
    “Ehi… sei ancora fra noi?”
    
    “Si, scusa… mi son distratta. Che dicevi?”
    
    “Dicevo che queste robe son piuttosto rare, a trovare il compratore giusto potremmo farci un bel po' di soldi. Però mi spiacerebbe restare senza un ricordo.
    
    Potremmo farci una pubblicazione con dei commenti, una ricerca storica, proporla a un editore, aumenterebbe l'interesse per la collezione originale. Oppure potresti disegnare tu una versione moderna.
    
    “Sono otto tavole, per trovare tutti i particolari ci vorrà del tempo, ma mi piacerebbe buttare giù qualcosa.”
    
    ***
    
    Verso l'una è ...
    ... arrivato lo scurone ad annunciare l'inizio del maltempo previsto. Ci affrettiamo verso casa.
    
    Il primo tuono accompagna il nostro ingresso nel palazzo, appena in tempo: lo scroscio improvviso della pioggia sul selciato rende il momento quasi surreale.
    
    C'era tra noi un senso di eccitazione non detta, la suggestione di quelle immagini, la consapevolezza di quel che avevamo lasciato in sospeso poche ore prima, ci seguivano, su per i gradini. Sul pianerottolo l’ho spinta in un angolo per limonarla, le piace l'impazienza, la tenevo ferma con la sinistra mentre con la destra cercavo alla cieca di infilare la chiave per aprire.
    
    “C'è una cosa che devo dirti.”
    
    “Dilla...”
    
    “Tempo che entriamo, voglio chiavarti senza preliminari.”
    
    ***
    
    Le sue labbra premono, la sua lingua forza la mia bocca a schiudersi. Eccolo, è questo il momento in cui non so più dove mi trovo, quando un’onda calda mi travolge e le gambe diventano di gelatina. Quel momento in cui l'unica cosa che importa è sentire la sua pelle calda sopra la mia, e questi vestiti che abbiamo addosso sono di troppo, ora. Ho bisogno di toglierli, strapparli via. È un bisogno più pressante dello stesso respirare, perché posso sopportare che mi levi il respiro, ma non di essere separata da lui da tutta quella stoffa. Dio, mi sembra di impazzire dalla voglia.
    
    ***
    
    In qualche modo la serratura è scattata e siamo dentro, ancora appiccicati. Ci stancheremo un giorno di questo gioco? Spero di no. Al fatto che il bel gioco duri ...
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