1. Quella santa donna della zia sandra


    Data: 22/05/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: alebardi, Fonte: Annunci69

    ... quattro giorni dopo il fattaccio, le mandai un messaggio: “zia, ho bisogno di parlarti di quello che è successo domenica. Per favore, vieni da me domani pomeriggio, alle tre”.
    
    Sapevo di poter contare sul suo senso di colpa, e infatti non più tardi di cinque minuti dopo la vibrazione del mio telefono annunciò la sua serafica risposta: “va bene”.
    
    Preparai ogni cosa con la massima attenzione, e già mezz’ora prima del suo arrivo ero pronto ad accoglierla.
    
    Mi vestii tutto di nero, un po' per avvicinarmi all’immagine che avevo dei preti, e un po' perché il nero era il colore che meglio si adattava a quello che stavo per fare a mia zia. Ai pantaloni di pelle, ai quali ero particolarmente affezionato perché sentivo che mi rappresentavano perfettamente, abbinai una normalissima camicia nera, con un bottone di troppo aperto sul petto. Gli infradito, neri anch’essi, che misi ai piedi erano la giusta espressione del caldo afoso che stava riempiendo quelle lunghe giornate d’estate.
    
    Il suono del citofono mi fece vibrare. Aprii senza nemmeno rispondere, e quando vidi mia zia entrare in casa non potei resistere al brivido che mi invase al solo pensiero di quello che le avrei fatto.
    
    Naturalmente, si era vestita come sempre. E come sempre la sua gonna scura e lunga copriva le sue gambe, che sapevo essere assolutamente ben fatte. Dall’orlo della gonna facevano capolino un paio di sandali molto casti, di un colore marrone scuro che avrebbe preso qualsiasi tonalità, pur di ...
    ... passare inosservato. Il tacco, appena accennato era molto distante dal concetto che avevo io di “tacco”.
    
    Mi stupì il fatto che avesse laccato le unghie con uno smalto rosso scuro. “Una luce nel buio”, pensai mentre andavo indietro con la memoria e mi convincevo che non gliele avevo mai viste così curate e colorate.
    
    Alzai lo sguardo per osservarla meglio e provai pena per quella camicia bianca, completamente chiusa, che avrebbe voluto nascondere al mondo le tette giganti che mia zia era costretta a portarsi in giro. Ma era tutto inutile. Qualsiasi camicia o maglietta avesse messo, le dimensioni sproporzionate del suo seno si sarebbero comunque imposte alla vista di chiunque. Alla povera donna non restava altro che sperare nella castità degli sguardi di coloro che la incrociavano per strada.
    
    Complessivamente era ancora una bella donna, la cui femminilità era stata tenuta nascosta per troppo tempo. Sotto i suoi capelli lunghi e neri, un paio di occhi tristi e scuri mi stavano guardando, e capii che era giunto il momento di dire qualcosa.
    
    Partii in modo banale: “ciao zia, vieni…”.
    
    Accompagnai il suo silenzio andando a sedermi sul divano della sala, e facendole capire che sarebbe stata buona cosa se fosse venuta a sedersi vicino a me.
    
    Quando si fu accomodata alla mia destra rimasi alcuni secondi in silenzio, osservando il suo sguardo perso nel vuoto, mentre con la testa china sembrava voler cercare qualcosa sul pavimento.
    
    “Senti zia”, le dissi piano, cercando di ...
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