1. Quella santa donna della zia sandra


    Data: 22/05/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: alebardi, Fonte: Annunci69

    ALESSANDRO BARDI
    
    (
    
    )
    
    QUELLA SANTA DONNA DELLA ZIA SANDRA
    
    “La messa è finita… andate in pace…”.
    
    “Cazzo, era ora!”, pensai mentre Don Carlo benediva la folla, sempre meno numerosa e sempre più anziana, che aveva avuto il coraggio, la pazienza e la resistenza di seguire ogni attimo della sua interminabile e noiosissima predica.
    
    Mi chiesi ancora una volta cosa diavolo ci stavo facendo io li. E la mia domanda era più profonda di quello che potesse sembrare in quell’istante. Non mi stavo riferendo solo alla messa. In realtà mi stavo chiedendo cosa diavolo ci stessi a fare in un paesino della provincia di Lodi, che non arrivava ai tremila abitanti, e che assomigliava sempre di più alle città fantasma del vecchio west.
    
    “Prima o poi diventerà veramente così”, pensai.
    
    Mi stupivo quando razionalizzavo il fatto che in quel paesino ci avevo passato tutti i ventinove anni della mia vita. Non avendo avuto voglia di andare in università, avevo dovuto cominciare a lavorare presto, e un misto di bravura e fortuna mi aveva consentito di guadagnare parecchi soldi mettendomi a vendere e comprare immobili.
    
    Stavo pensando a questo quando vidi quella santa donna di mia zia Sandra entrare in sagrestia, mentre tutti gli altri si avviavano nella direzione opposta, verso l’uscita.
    
    Cosa cazzo ci andava a fare in sagrestia? Porca puttana, mia madre, la sarta del paese, mi aveva dato il compito di portarle il maglione di suo marito, lo zio Alberto, che lei aveva sistemato ...
    ... cucendo due belle toppe sui gomiti delle maniche.
    
    Non sarei riuscito a stare in chiesa ad aspettarla nemmeno un minuto di più, e decisi di seguirla in sagrestia.
    
    La zia Sandra era la sorella più grande di mia madre. Aveva cinquantacinque anni ed era tutto sommato ancora una bella donna. Aveva i capelli più neri che avessi mai visto, e li portava lisci e lunghi fin sotto le spalle. Superava di poco il metro e settanta, aveva delle bellissime gambe e, soprattutto, due tette gigantesche che mi avevano sollecitato le fantasie fin da quando ero un ragazzino.
    
    Purtroppo, le mie fantasie erano rimaste tali, visto che quanto porco e pervertito ero cresciuto io, tanto santa e casta era invecchiata lei.
    
    Passava la sua vita in chiesa, supportando Don Carlo, l’anziano prelato del paese, per ogni piccola incombenza. Ogni volta che la guardavo rimanevo colpito dalla luce dei suoi occhi marroni. Era una luce spenta. Tanto spenta che non la si sarebbe nemmeno dovuta chiamare “luce”. Trasmetteva uno sconfinato senso di tristezza, umiltà e remissione, come se ogni giorno quegli occhi avessero dovuto affrontare il peso della morte di una persona cara.
    
    Mi stupivo anche al pensiero che avesse trovato un uomo disposto a sposarla. Non che lo zio Alberto, che aveva da poco superato i sessant’anni, fosse molto più allegro di lei. Avevo sempre pensato che l’avesse sposata per poterle toccare le tette, ma il fatto che non avessero mai avuto figli mi aveva portato a credere che non gliele ...
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