1. Scomposta


    Data: 22/05/2022, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Malena N, Fonte: EroticiRacconti

    Mi sento piacevolmente agitata.
    
    Il pomeriggio scorre lento e senza fretta mentre, seduta e scomposta, guardo la mia amica Stefania.
    
    A che cosa hai dato vita nemmeno lo sai.
    
    O forse lo sai dal momento in cui sei stato unico spettatore del nostro cedere l’una all’altra.
    
    Più la osservo, più mi rendo conto che qualcosa fra me e lei è cambiato, glielo vedo negli occhi che non mi guardano più allo stesso modo di prima.
    
    Il corpo, ben adagiato sulla seduta larga, è apparentemente fermo ma dentro fremo come sempre.
    
    Il mio essere sfuggente di natura, è l’unica realtà che riconosco in questo momento.
    
    Il fatto che poi lo sia prima di tutto, nei confronti di me stessa e non di questa situazione, è l’aspetto forse più rilevante e, proprio per questo, da evitare di sana pianta.
    
    Stefania è seduta vicino a me, ha il gomito ben piantato nel bracciolo del divano, il dorso della mano piccola e delicata le regge il viso un po’ stravolto dalla bottiglia di Fiano di Avellino che ha accompagnato il nostro pranzo.
    
    Un bicchiere ed era già andata, due davvero troppi per lei, tanto che le ho riconosciuto subito in volto, pensieri che sono inevitabilmente anche miei e che, ormai, ci attraversano la mente da giorni. Rispetto a me lei fa finta di essere tranquilla, ostenta il suo parlare flemmatico senza preoccuparsi del fatto che non sembra per niente convinta di ciò che sta dicendo. Si comporta come se nulla fosse successo, come se non avessimo mai scoperto di piacerci ...
    ... davvero durante il gioco che in un primo momento era stato messo su per te. Sfugge alla verità dei fatti, come se non avessimo mai provato attrazione reciproca mentre facevamo le puttane con te e per te. Avevamo sempre scherzato sull’argomento, fatto battute. Ma cazzo, quando l’ho avuta di fronte mezza nuda ho sentito che tutto era, tranne che un gioco.
    
    Ora parla e io l’ascolto in superficie, nello stesso tempo in cui mi perdo negli abissi della sua calda voce.
    
    Tanto è tutta scena, non interessano nè a me nè a lei le sue chiacchiere confuse.
    
    Cerco piuttosto di scavare a fondo, di scrutare oltre il suo sguardo. Di trovare segni evidenti di una voglia che è la mia stessa voglia.
    
    Il filo che ci unisce è palesemente ad alta tensione sessuale e chissà quanto cazzo ti diverti a muoverlo a tuo piacimento.
    
    Le imposte sono chiuse, il salone sarebbe completamente buio se non fosse per i raggi di luce che arrivano dalla cucina.
    
    Lo sforzo che faccio nel prestarle attenzione è, secondo me, più che visibile. Il mio corpo lancia segnali inequivocabili, gli occhi ricadono continuamente su dettagli fisici a me ben noti, nonostante siano nascosti dai vestiti. Se mi concentro su ciò che è stato fra noi, l’afrore che ho ispirato quando ho affondato il viso fra le sue cosce, mi ritorna al naso prepotente.
    
    Adesso, però, presa com’è dai suoi contorti giri di parole vuote, fa finta di non accorgersi.
    
    E io l’accordo.
    
    Cerco di seguirla lo stesso, di non perdermi, di rimanere ben ...
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