1. Jessica cerca aiuto


    Data: 26/04/2022, Categorie: Lesbo Autore: robertelle, Fonte: EroticiRacconti

    JESSICA CERCA AIUTO
    
    di Iolanda A.
    
    La classe della professoressa Frida R., che mi aveva invitata, era una del liceo Angelo Aldani, il più periferico della città, lontano dal centro, nel quartiere operaio e popolare del Campiglio.
    
    Nella palestra avevano messo insieme due classi femminili, ragazze tra i sedici e i diciotto anni.
    
    Io dovevo parlare dei reati e della giustizia, cioè del mio lavoro. Oggi veleggio sui cinquanta, all’epoca ne avevo una quarantina, ben portati devo dire. Una donna normale, poco più di uno e settanta, non appariscente, tranquillizzante, un filo di make up, capelli neri sul corto che sono meno impegnativi; niente sciocchezze tipo tacchi alti, mini gonne o jeans. È che ‘devo’ essere affidabile e credibile per il mio lavoro. Ho anche degli occhi che attirano, profondi ed espressivi e qualche volta un po’ ci gioco, ma cerco di confermare sempre un’impressione carismatica, di severa gentilezza.
    
    Infatti, quando la preside mi aprì la porta, subito si fece silenzio. “Care ragazze, oggi è qui con noi la dottoressa Liliana X, giudice dirigente del tribunale dei minori della nostra città. Ci parlerà del suo lavoro, dei reati dei minori e poi risponderà alle vostre domande…”. Il corpo insegnante, seduto in prima fila, applaudì e le ragazze fecero subito eco.
    
    Iniziai a spiegare come stavano le cose in città, a raccontare qualche episodio, e intanto mi guardavo le ragazze sedute davanti a me. Tutte acerbe, anche quelle di altri colori – cinesi, ...
    ... afro-magrebine - con i vestiti delle prime civetterie, tutte con i pantaloni, molte sembravano là per caso e si guardavano intorno svagate. Le vidi più attente e vagamente eccitate quando parlai delle droghe e dei reati sessuali e di come bastasse poco per scivolare rapidamente verso le grane giudiziarie. Furono addirittura avvinte dalla parte che riguardava la violenza e le maternità indesiderate e come si potessero evitare, oppure essere assistite anche all’insaputa delle famiglie. Spiegavo semplicemente, quasi colloquiando, così quando finii era restata nell’aria ancora qualcosa da dire, qualche curiosità da approfondire.
    
    Il fatto era che non poche di quelle ragazzine avevano in casa parenti un po’ per male e qualcuna era essa stessa una ‘ragazza difficile’. Mi chiesero molte cose, anche insospettatamente ingenue (“Se una mia amica si fa una fumatina va in carcere?”. “Conosco una che…”), insomma conoscevano l’abc della vita in presa diretta, ma erano ancora intoccate dalla vera corruzione.
    
    Lasciai anche qualche biglietto da visita, lo faccio sempre, fa parte del mio contributo al sociale, uno stimolo a prevenire piuttosto che reprimere.
    
    Non ho famiglia, a parte i genitori che se ne stanno tranquilli in Toscana. Non ho legami fissi e non ho uomini. Una volta, ero molto giovane, il cazzo mi piaceva, poi a poco a poco me lo sono perso. Ho smarrito il piacere dell’uomo, lo vedo e lo ‘sento’ inadeguato e ho scoperto il desiderio delle altre donne, il loro odore, la delizia ...
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