1. Gioia: La calda maestra di piano


    Data: 03/06/2018, Categorie: Etero Autore: alybas, Fonte: EroticiRacconti

    ... dirigendola verso la mia. Le dissi che madre o non madre, marito o non marito avrebbe dovuto parlare con me a casa sua o in macchina. Mi disse che avremmo potuto parlare da lei e così ritornammo sui nostri passi, con lei che mi diceva che non aveva nulla da dirmi. Ero io, infatti che avevo molto da dirle e quando aprì il cancelletto mi avvicinai abbracciandola. Ebbe un moto come per liberarsi, io la accompagnai sui quattro scalini e le dissi di aprire il portoncino, con calma ma perentorio. Intanto la baciavo sul collo facendo quello che l’impulso mi spingeva a fare. Entrati l’avevo già abbrancata e avevo iniziato a spogliarla sistematicamente, con metodo. Era difficile con lei in piedi che resisteva e allora la spinsi con tutta la mia forza sul divanetto d’ingresso e mi tuffai letteralmente tra le enormi rotondità del seno. Lei ebbe forse un attimo di paura, mentre io le abbassai il reggiseno iniziando a ciurrarle e carezzarle le poppe senza risparmio. La donna iniziò subito a subire. Sapevo di dovermi attendere una reazione ma lei non riusciva a difendersi. dalle sollecitazioni fortissime che le infliggevo. L’avevo quasi totalmente denudata e avevo infilato la mia mano destra nelle mutandine sollecitandole il clitoride. Lei solo ora tentava una sua prima difesa. Giudicavo con piacere il suo tentativo poichè la resa incondizionata che ero certo di poter ottenere, sarebbe stata ancora più bella, solo se vi fosse stato una lotta. Le dissi che questo momento lo assaporavo ...
    ... da una vita. Gioia tentava di divincolarsi ma era evidente la sua disponibilità e continuava a subire senza crearmi grandi problemi. Non vi era in lei una carica di ostilità, aveva comunque ben compreso che non ero il giovinetto impacciato di tanti anni prima. Cercava di parlare, ma non tentò neanche per un momento di gridare. Sapevo, del resto, come tapparle la bocca con sapienti giochi di lingua. D’altronde la tecnica basata su eccitanti carezze e su succhiamenti prolugati dei capezzoli, misti a dolcissime parole e ad un continuo lavoro sul clitoride non tardarono a sortire gli effetti sui seni e in particolare sui capezzoloni divenuti puntuti e sulle mammellone con un’aureola marrone scuro tutta da succhiare. La vagina, poi iniziava ad essere un lago e Gioia divenne sempre più docile. Le aprivo le coscie e la vagina eracome un cocomero maturo e ora la facevo orgasmare senza tregua. La sollevai nonostante il peso e scesi a darle il colpo finale. Mi infilavo con la lingua tra le cosce succhiandole clitoride e monte di Venere e Gioia mi stringeva a se e urlava aprendo le cosce. Succhiavo con gusto tutto l'orgasmo duro e vischioso che le era uscito e che bevvi in suo onore. Era una gran quantità, fino all'ultima goccia. Una volta finito di omaggiarla risalii con la bocca tra i seni e godetti intensamente con lei che era sensibilissima ai miei giochini sui capezzoli. La rossa tettona ancora febbricitante dalle forti emozioni continuava a accettare senza di difesa il mio pene ...
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