1. Benedire la sorte


    Data: 24/05/2018, Categorie: Sensazioni Sesso di Gruppo Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... alla mia bocca assaporandone il gusto, aveva la fragranza di lei e di lui, ma quest’aspetto non m’importava, cosicché la baciai sulle labbra, fu un braccio immenso, con le lingue che s’intessevano svagandosi fra di loro come se si fossero perennemente possedute.
    
    In quell’istante adocchiai il suo conoscente sul letto e vidi che si stava palpando, dal momento che la nostra visuale lo eccitava a dismisura, perché si capiva benissimo, eppure io non ero come l’amorevole, servibile e pronta Veronica, perché io lo avrei fatto penare, lo avrei fatto angustiare facendolo patire prima di conquistarci entrambe. Con un dito iniziai a esplorare lentamente la fica di lei: era impregnata e ospitale come l’avevo sovente vagheggiata, così accedetti con finezza per allontanarmi subito dopo accarezzandole il clitoride e sentendo i suoi gustosi gemiti di piacere.
    
    Lei, invitante, alzò una gamba e me l’attorcigliò attorno alla vita sporgendosi all’indietro con le spalle, io m’appoggiai a lei con tutto il corpo e ci ritrovammo in piedi sullo stipite della porta: iniziai a spingere una, due, poi tre dita dentro di lei, e più spingevo più sentivo la sua fica che si gonfiava d’eccitazione e di desiderio. Più spingevo, più sentivo il suo respiro diventare sospeso, vedevo le sue labbra dischiuse che bramavano le mie in un’attesa affannosa del mio sapore. Avvertivo i miei slip bagnati dei miei fluidi e non sapevo che cosa desideravo di più, se la lingua di Veronica o il cazzo duro e lucido di quel ...
    ... farabutto, che ci guardava stralunato semi sdraiato sul letto con la bava alla bocca.
    
    All’istante la sentii venire, le carni divennero frementi, i capezzoli formosi e irti verso di me, gli occhi chiusi e i gemiti liberatori dei suoi frenetici sussulti. In quel momento ero io la vincitrice, aveva scelto me per godere, non lui. L’abbracciai e con delicatezza la portai verso il letto, perché mi bastò uno sguardo e un gesto silenzioso per ordinare al suo amico d’accarezzarla e di baciarla dappertutto, mentre lui obbedì eseguendo come un comprensivo e diligente bambino. Mi sdraiai accanto a lei e l’ascoltai sussurrando che adesso spettava a me, lanciai un’occhiata al cazzo eretto di lui e con un movimento deciso m’avvicinai agguantandolo in bocca, bagnandolo della mia saliva. Veronica mi sfilò gli slip, attenta, cauta e zelante qual era, perché mi fece rannicchiare sopra al suo spasimante sostenendomi dal davanti: sentii il cazzo che s’introduceva dentro di me trapassandomi le viscere, mentre esaminavo la mia amabile vicina negli occhi e toccavo, leccavo i suoi seni meravigliosi, intanto che aumentava la frequenza e la profondità dei colpi che ricevevo.
    
    In breve tempo venni, quell’orgasmo fu qualcosa d’inenarrabile, d’inimmaginabile e d’inaspettato. Il piacere sembrava non cessare mai, mentre guardavo la lingua di lui frugare nella fica di Veronica e percepivo il suo cazzo dentro di me. Dovevo realmente ammetterlo, era stato abile, accorto e valente.
    
    Il mattino ci colse ...