1. Benedire la sorte


    Data: 24/05/2018, Categorie: Sensazioni Sesso di Gruppo Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... con le spalle rivolte all’indietro.
    
    Le forme del suo corpo campeggiavano di profilo contro le persiane semichiuse esaltandone la sagoma, delineandone abilmente i contorni, accarezzate dai colori alterati prodotti dall’insegna luminosa della luce del neon della locanda di fronte. Analizzai quelle tette esemplari sobbalzare su e giù, i capelli lunghi e liberi dai lacci sfiorarle la linea impeccabile della schiena, le sue mani graffiare il petto del fortunato sotto di lei per portarsi nuovamente sui capezzoli irti e irrispettosi, che stuzzicavano le leggi della gravità e dell’arte duellando in loco. Io percepivo soltanto dei gemiti repressi, dei piagnucolii strozzati, intuivo la sua lingua che bagnava le labbra polpose e disciplinate, la vedevo offrirsi radicalmente a quelle di quell’individuo canaglia e farabutto che bramava la pelle delle sue tette. Ebbene sì, quel birbante bastardo, discolo purosangue, quello che godeva di lei in quel momento, mentre io accucciata sul ciglio della porta con una lampada nelle mani, non potevo fare altro che osservare, contemplare e anelare eccitandomi con un pizzico d’acredine e di rivalità ulteriormente a mia volta.
    
    Imprimendomi una sorta d’inevitabile angheria, di forzato sopruso, senza fare rumore, eseguii un passo indietro per andarmene, ma qualcosa andò storto e inciampai nel filo della prolunga della lampada, che era rimasto per terra aggrovigliandosi attorno al mio piede. Bell’affare avrei compiuto, se quel disonesto e sleale ...
    ... individuo fosse stato un profittatore, invece era unicamente quello che si scopava di gusto la mia amica Veronica. Arginando e reprimendo di proposito lo strillo, caddi goffamente sul sedere con le gambe per aria e dentro la stanza percepii movimenti rapidi e avventati, mentre una fioca luce s’accendeva, una porta s’apriva e in seguito gli sguardi dapprima atterriti e sgomenti, successivamente incuriositi e stuzzicati della mia vicina e del suo spasimante che mi esaminavano.
    
    Arrossendo e contenendo la meraviglia del momento, mostrai la piccola lampada che avevo rimediato per spiegare l’equivoco, quando vidi Veronica che m’allungava la mano. Era un invito ad alzarmi o era qualcos’altro? Lei m’adocchiò a lungo, poi si girò verso il mascalzone che le fece un impercettibile cenno d’assenso, m’attirò verso di sé facendo cadere l’improponibile espediente anti malvivente che avevo frettolosamente raccattato in salotto, e subito dopo iniziò a spogliarmi con indolenza e con curata dedizione. Nel mentre cascò la gonna cortissima, rotolarono la camicetta e la cravatta, cadde il reggipetto, sentii in modo fulmineo un bollore acuto, deciso e sopraffacente ascendere dal monte di Venere sino al petto, perché m’accorsi che Veronica aveva cominciato a stuzzicarmi i capezzoli piccoli. In verità avevo sempre osservato le sue mani curate, le unghie lucenti, in quanto le avevo immaginate scivolare sul mio corpo e al presente eccole là, da ultimo le percepivo e ne godevo. Ne presi una e la portai ...