1. Umiliare il mare


    Data: 08/12/2021, Categorie: Erotici Racconti Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Racconti sull'Autoerotismo, Voyeur Autore: nonoval, Fonte: RaccontiMilu

    ... speciale. Non è esattamente quello tradizionale, c’è un ingrediente segreto”. Dice sorridendomi. Beh, è anche carino. “Desidera del vino?”
    
    Medito un attimo. Beh, in fondo sbronzarmi potrebbe essere il modo giusto per andare a letto tranquilla da sola: “Sì, beh. Una bottiglia di vino bianco… Fermo”.
    
    “Del Vermentino può andare?”. Non ho la minima idea di cosa sia, ma rispondo che sì, può andare, cercando di sembrare il meno impacciata possibile.
    
    Mi lascia sola e appena arriva la bottiglia di vino, mi verso il primo bicchiere, e al primo sorso i miei nervi si distendono subito. Sarei una perfetta candidata per l’alcolismo, se mi impegnassi un po’ di più. Quando arriva il mio piatto di pasta, capisco che in effetti ha qualcosa di speciale, ma che al mio gusto risulta incomprensibile. È probabilmente il piatto più semplice e buono che mi riesca a ricordare di aver mai mangiato. Evidentemente la mia faccia è piuttosto eloquente, visto che il cameriere mi guarda sollevando un sopracciglio e con un sorriso soddisfatto, come per dirmi: te l’avevo detto. La mia cena procede tranquillamente, tra una forchettata e un bicchiere solitario, al punto che senza rendermene conto, alla fine di questo piatto abbondante, il livello del vino è ben sotto la metà della bottiglia. Il cameriere, tra qualche convenevolo e l’altro, porta via il mio piatto di pasta, chiede se voglio il dolce, che rifiuto e si allontana. Sarà il vino che inizia a fare effetto, ma più lo guardo più mi rendo ...
    ... conto che il sorriso che gli rivolgo mentre mi parla lascia intendere qualcos’altro; magari è un sorriso da scema, ma la leggera sbronza che ho mi fa sentire attraente. In fondo, ho delle belle labbra rosse e ben delineate, degli occhi grandi – anche se, ahimè, uno sguardo saccente. I capelli castano chiaro mi arrivano a metà schiena e le mie orecchie sono adornate da dei dilatatori. Beh, certo non a tutti piacerò; almeno, fino a quando non mi passo rapidamente la lingua tra le labbra, guardando il mio interlocutore dritto nelle pupille. È un gesto che so fare con nonchalance. O almeno credo.
    
    Finalmente, mi alzo per pagare il conto. Da come traballo e da come la testa mi gira, direi che sono un po’ più che leggermente sbronza. Mi avvicino la cassa e il cameriere è dietro di essa. Di fronte a lui, ci sono ancora quei quattro signori, con i quali lui sta intrattenendo qualche discorso in un mezzo dialetto che non mi è proprio chiaro. Mi posiziono tra lui e il tavolo di quei clienti, dando loro le spalle. Indosso dei pantaloncini abbastanza corti, che mi fasciano il sedere molto bene. Sicuramente lo stanno fissando. Mi faccio dire la cifra dovuta e porgo i venti euro al cameriere, sfiorando leggermente la sua mano. Non faccio in tempo ad agitarmi al pensiero che già sto facendo il mio gioco: lo guardo negli occhi, porto il busto leggermente in avanti, dischiudo appena la bocca e, ringraziandolo per la cena, mi passo rapidamente la lingua sulle labbra – è in fondo un gesto quasi ...
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