1. Il potere del Cuck...I


    Data: 11/10/2017, Categorie: Anale Dominazione / BDSM Masturbazione Autore: thobi68, Fonte: xHamster

    ... ma la mollai per osservarla e vidi che il calore della cera le faceva contorcere piacevolmente il culo. Come se volesse risucchiarsi dentro il cero.
    
    La sensazione che provava era sublime, generata del sesso accarezzato dal rischio di essere scottato, e dallo sconcio di mostrarsi mentre la cera le colava oltre il sesso, scivolando sul suo liquido che ormai era colato sulla carta del lettino.
    
    Passai a massaggiarle la schiena, lasciando che il culo lo contorcesse da sola.
    
    Quando la fiamma si portò a un centimetro dal buco del culo, capii che era giunto il momento di passare al terzo massaggio.
    
    Andai al carrello e presi due cinghiette di plastica usa e getta. Poi presi il braccio sinistro di Angy e glielo portai dietro la schiena, quindi feci la stessa cosa con l’altro. Le legai i polsi dietro la schiena con le cinghiette. Passai una mano sotto la tetta sinistra per sistemargliela meglio, godendomi anche quel bellissimo e necessario palpeggio. Sistemai (e gustai) anche l’altra, poi guardai da vicino la fiammella verificando che era a non più di mezzo centimetro dall’orifizio anale, infine tornai al carrello. Era il momento.
    
    Mi aveva fatto trovare una specie di lungo mettiscarpe ricoperto di morbida pelle di vitello. Quando stavamo insieme usavo la cinta dei pantaloni, adesso avrei usato quello.
    
    Mi portai al suo culo e piano poggiai quella bacchetta di pelle alla base delle sue piegoline del culo. Sentendola cominciò a sbavare. Non sarebbe mai ...
    ... cambiata…
    
    Ormai la fiammella stava per giungere all’orifizio anale e sapevo che d’un tratto si sarebbe chiuso sullo stoppino, ustionandola se non l’avessi spenta per tempo. Ma a lei quel terrore la faceva impazzire, quel calore crescente era una tortura stupefacente che non dipendeva né da me né da lei. Ma io sapevo che dovevo spegnerla prima che si scottasse. Ma non un secondo prima.
    
    Le strofinai la bacchetta, poi la sollevai, poi la riappoggiai. La tensione era altissima per entrambi. Infine decisi. Lo capì e chiuse gli occhi in attesa del gran momento.
    
    Alzai il braccio, presi la mira e scaricai la bacchetta con tutta la mia forza sulle natiche all’altezza della fiammella.
    
    Un sonoro Sciaaack! echeggiò negli angoli della piccola palestra. Angy si inarcò alzando testa e piedi come a formare la base di un cerchio. Le tette si liberarono in alto, per poi tornare schiacciate. Le mani volevano liberarsi e i piedi sbattere come se avesse voluto nuotare a farfalla. Non urlò, limitandosi a buttar fuori la lingua a dismisura. Poi, ansimando, tornò a poggiarsi al lettino. Tutto il corpo tremava.
    
    Ma ahimè tremava anche la fiammella, per cui dovetti ripetere l’operazione ancora una volta, e una terza volta… E per sette volte sette la colpii al culo, mentre lei sobbalzava come una trota in padella. Avrebbe bramato che a colpirla fossero venuti tutti i fuoricorso dell’università, ma non era nei patti. La sua lingua usciva e rientrava e ancora usciva spinta a pieni polmoni, per rientrare ...
«12...789...»