1. No, dai, niente regali


    Data: 17/10/2021, Categorie: Etero Autore: RunningRiot, Fonte: EroticiRacconti

    ... credetemi, c’è davvero del rimpianto nella mia voce. Perché si stava così bene… Ero partita con un sacco di dubbi. Sì, eravamo già stati un po’ in vacanza, io e lui, a fine luglio. Ma con una coppia di amici. Per non parlare del fatto che in zona c’erano pure i genitori di Luca, anche se per fortuna non abitavano con noi e non hanno nemmeno rotto tanto il cazzo. In Sicilia invece eravamo da soli. Temevo di non reggere. E invece no, è andato tutto benissimo. Noi due siamo andati benissimo. Non era scontato.
    
    Luca mi guarda e quasi subito la faccia gli si distende in un sorriso malinconico. "Sì, certo che mi ricordo", risponde. Sono quasi sicura che provi lo stesso attacco di nostalgia che provo io.
    
    Lo guardo meglio e la memoria si fa più precisa, selettiva. Mi riporta indietro a una serata fantastica. Una serata in cui tornati dalla spiaggia al nostro agriturismo eravamo andati a correre, proprio come oggi. Ci eravamo docciati ed eravamo saliti sul tetto chiedendo di farci servire lì l'aperitivo. Avete presente quelle situazioni perfette? Il tramonto sul mare, la brezza leggera e il gin tonic tenendosi per mano... quelle cose lì, insomma. Beh, era proprio così. Lui era folgorante. Bello, abbronzato, atletico. Fasciato nella sua camicia di lino azzurra e nei suoi bermuda nocciola. L'odore fresco del bagnoschiuma ancora addosso. A guardarlo e a stargli vicino c'era da impazzire. E io non ero da meno. Ero un trionfo di chiffon bianco e celeste con la gonna lunga fino alle ...
    ... caviglie e le gambe in trasparenza, i capelli sciolti sulle spalle nude e appena arrossate dal sole, i braccialetti che scintillavano al polso. Quando mi cingeva la vita e io gli poggiavo la testa sulla spalla la gente non poteva fare a meno di guardarci, cazzo. Eravamo anche noi la perfezione, l'Ente del Turismo avrebbe dovuto pagarci.
    
    E a cena non fu molto diverso. La ragazza che ci portava i piatti sotto l'enorme gazebo non poteva fare a meno di lanciargli occhiate. Strano, perché in quel posto gestito da sole donne avrei giurato che tra lei e quella che sembrava essere la padrona ci fosse una liaison. Non a caso fino alla sera prima guardava me. Ma non potevo darle torto. Luca era davvero bellissimo, da copertina, quasi il paradigma del maschio. Avrei potuto lanciarle un'occhiata che diceva "mi dispiace, ma questo perfetto esemplare è mio". Ma in realtà nemmeno mi dava fastidio che anche lei lo ammirasse, anzi ne ero persino un po' orgogliosa.
    
    Il desiderio, lo ricordo bene, mi avvolse quando ci spostammo a mangiare dolci alla crema di ricotta e cioccolato e a bere rum sui divanetti. Discutemmo un po' su questa mania della pasticceria un po' fighetta, che ti porta a servire il cannolo "destrutturato". In parole povere, rotto, fatto a pezzi. A Luca non dispiaceva e onestamente per essere buono era buono. Ma per me il cannolo è cannolo, deve avere la forma di canna, sennò che cannolo è? "Pensa se ti destrutturassero il pisello", scherzai. Fumavo una sigaretta, ricordo ...