1. Orgasmo


    Data: 16/10/2021, Categorie: Etero Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    ... incedere.
    
    Sono da sola in questa gita, ma per fortuna ci sono in giro altri scialpinisti.
    
    Mentre salgo le cime del Sassolungo e del Sella, gialle di caldo calcare tra le merlettature bianche e azzurre della neve, si innalzano sopra le rocce in primo piano e poi se ne distaccano.
    
    Tofane, Croda Rossa, Lagazuoi, Puez, Antelao, i vassalli si presentano secondo il grado che definisce la loro nobiltà, e, mentre continuo a salire, si inchinano al cospetto di sua maestà la regina delle dolomiti, a seconda della quota che via via raggiungo.
    
    La mia salita non è passata inosservata. Una donna da sola è merce rara e, sugli sci, ancora più inconsueta. Gli occhiali da ghiacciaio mi mascherano gli occhi. Se sapessero che addirittura c'è un'asiatica in salita solitaria, ci sarebbe da segnarsi la data. Mosche bianche.
    
    Mi salutano e io li risaluto.
    
    Poche parole essenziali, il fiato è poco e non c'è spazio per la futilità.
    
    “Ciao”
    
    “Ciao”
    
    “Grazie”
    
    “Ma figurati”
    
    Chi è più lento cede il passo a chi è più veloce, spostandosi dalla traccia.
    
    Qualche foto, un sorso d'acqua, una caramella ogni tanto.
    
    Le persone si parlano ad intervalli, la quota e la fatica interrompono l'eloquio. Frasi mozze lasciano il posto a respiri affannosi, come in dialoghi durante esplorazioni su pianeti diversi, o nelle profondità marine.
    
    Mezzo metro di neve fresca. Le bacchette affondano talvolta fino al manico.
    
    Se prima non si stacca tutto il pendio, precipitando a valle, mi ...
    ... preparo all'idea di una discesa da fiaba, e questo ripaga la fatica delle ultime decine di metri. Sopra i 3000 metri e con l'allenamento ridotto all'osso, ogni passo è una sofferenza.
    
    Ci muoviamo come incontro alla nostra crocifissione sul Calvario. Gli alpinisti si fermano spesso, io mi appoggio sulle bacchette col petto, per ritrovare il fiato. Saliamo faticando e sbanfando, ognuno trascinando la sua croce, verso il proprio personale supplizio.
    
    L'eccitazione cresce, mi prendo in mano le tette, me le tocco e me le strizzo. Mi strofino i capezzoli, mentre sento avvicinarsi il momento del non ritorno.
    
    La sensibilità ai genitali continua a crescere, è come se l'onda del piacere si propagasse e dal clitoride si diffondesse a tutta la pelvi, agli inguini, al sedere.
    
    Mi risale dentro il ventre con movimenti serpiginosi, mi raggiunge i seni dall'interno e mi annulla ogni altra percezione del cervello.
    
    Tutto il mio corpo e la mia mente stanno convergendo verso l'attimo del sommo piacere, non c'è più spazio per ogni altra sensazione, ogni afferenza sensitiva che non sia mirata ad accrescere e modulare il mio piacere sessuale.
    
    Mi tiro una tetta per cercare di leccarmi un capezzolo, con un po' di determinazione so che ce la posso fare; siamo giusto al limite delle dimensioni, ma ce la faccio. Mi lecco e mi succhio, mentre tra le cosce sta per esplodere l'eruzione dell'Etna.
    
    Vorrei che una mano mi accarezzasse le ascelle, una lingua mi leccasse i capezzoli, un dito mi ...
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