1. L’Abisso / 03x01


    Data: 15/10/2021, Categorie: Incesti Autore: Donovak Villa, Fonte: EroticiRacconti

    ... secondi di tempo per prendere ampie boccate d’ossigeno perché me lo risbatteva subito dentro. Sul pavimento sotto di noi si era formata una pozzanghera di saliva appiccicosa. Stentavo a credere che in pochi minuti potesse uscirne così tanta. Ero rassegnata a farlo venire, non opponevo più neanche tanta resistenza, ma lui aveva altre intenzioni quella sera. Non voleva finirla subito. Mi prese dalle braccia come un peso morto, mi sollevò e mi sbattè sul tavolo di fronte a noi
    
    M: “No Ale! Che vuoi fare! No Ale questo no! Non te lo permetto! Sono tua madre!”
    
    Il solito ceffone ben assestato mi ricordò quanto la mia volontà non contasse assolutamente nulla per lui. Mi aprì in fretta e furia la vestaglia, scostandola su entrambi i lati, mi calò il reggiseno facendo saltare un gancetto che fece fuori uscire il mio seno tanto abbondante quanto ormai cadente e pieno di smagliature. Lo raccolse con entrambe le mani e vi si fiondò come un bambino in cerca del latte. Cominciò a succhiare il mio capezzolo dall’ampia aureola scura, lo leccava, succhiava e ogni tanto lo mordeva alternando sensazioni di piacere a dolore acuto. Dopo aver tartassato senza tregua il mio seno per qualche minuto si fermò di colpo e mi guardò. Evidentemente fu troppo anche per lui quella scena pietosa: sua madre ridotta ad una maschera di lacrime. Per un attimo pensai che ritornò in sé e che capì l’assurdità di ciò che stava facendo. Ma fu solo l’ennesima illusione da parte mia. Mi girò con violenza ...
    ... sbattendomi nuovamente sul tavolo, questa volta facendomi mettere a pecora. Da dietro sollevò la vestaglia coprendo la parte superiore del mio corpo. Evidentemente non voleva vedermi, chissà se per “pudore” o perché gli facevo schifo. Mi strappò via, letteralmente, le mutande e mi spalancò le gambe.
    
    M: “Ale, ti prego, ti imploro! Sei ancora in tempo! Torna in te, sono tua madre!”
    
    Quelle parole sortirono l’effetto di far decadere ogni dubbio, qualora nella sua mente ve ne fossero ancora. Si inginocchiò, si godette lo spettacolo di sua madre a gambe oscenamente aperte per qualche istante per poi afferrarmi con decisione il culo per allargarlo ancora di più quasi a volermi strappar via le natiche e si fiondò con tutta la faccia lì in mezzo. Cominciò a leccare tutto, indistintamente, dal clitoride all’ano passando per il perineo. Ricordo bene i versi che emetteva quando leccava. Sentivo i suoi baci, la sua lingua e la sua abbondante salivazione passare dal clitoride per poi penetrarmi con la lingua la figa e poi risalire girando attorno l’ano per tentare di penetrarlo, senza riuscirvi, ancora con la lingua. Ecco cosa intendeva con “lavati bene e profumati” pensai tra me. Era tutto premeditato. Poi si fermò, di colpo, ancora qualche istante di contemplazione e sento uno sputo abbondante dritto in figa. Sento che si alza, armeggia un po’ e d’un tratto sento la punta della sua cappella proprio al centro della mia passera.
    
    M: “Ale N…!”
    
    Non mi diede neanche il tempo dell’ultima ...
«1234...»