1. Eneide Postmoderno-Del ricordo di Janus


    Data: 12/10/2021, Categorie: Erotici Racconti Etero Tradimenti Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... rivisitati, le musiche e le arti. Lei annuì, approvando.-Noi non abbiamo arti se non il canto. Esso é il nostro modo di onorare morti e vivi, déi e uomini.-. -Ora dovresti andare. Ci attardiamo troppo e qualcuno dei tuoi o dei miei potrebbe dubitare, pensar male. Dirai che una tregua maggiore é necessaria. Altri due giorni. Un nostro grande capo sta morendo ed é consuetudine tra noi attenderne la dipartita e onorarlo. Veleggerà il suo vascello funebre tra le onde del mare nostro. Sarebbe un onore per noi poterlo celebrare così.-, disse Layla.Si alzò con un agile balzo, salutò Janus alla maniera dei Cimanei e uscì.
    
    -E tu portasti la proposta al Consiglio.-, disse Asteius. Janus annuì.-Non parlai dell’Elisir e delle rivelazioni anche perché non sapevo quanto credervi. Io stavo, come lei, valutando ma con circospezione, conscio che ogni parola poteva portarmi al tradire la mia patria.-, disse, -Il mio esitare nel combatterla fu arte ma non interamente falso, o indovino!.-.-E cos’accadde dopo?-, chiese il vegliardo.-Ordunque, il Consiglio considerò la situazione. Il mio rapporto sconvolse grandemente i maggiorenti della città e vi fu chi osò gridare al tradimento, all’inganno, chi propendeva per un attacco a sorpresa, infrangendo la tregua. Io mi opposi. “Una simile condotta”, dissi, “Sarà fonte d’ignominia e ingiustizia per diecimila anni a venire!”. Fortunatamente per le loro anime immortali, mi ascoltarono.-, raccontò il giovane.-E tu tornasti da Layla.-, disse ...
    ... l’indovino.-Sì. Poiché così mi fu ordinato. Mi fu detto di non lesinare mezzi nello scoprire quanto più possibile. Mio padre mi ordinò di non farne parola con alcuno ma di non perdere occasione per scoprire punti deboli nel nostro avversario. Ovviamente, dovevo farlo sapendo che anche Layla avrebbe ricevuto ordini simili.-, spiegò Janus.
    
    Il secondo giorno si rividero allo scoccare del mezzodì.-Ho portato del cibo. Non temere: non é avvelenato.-, aveva detto il Licaneo con un sorriso.-Cortese, davvero. Anche io ho qualcosa. Suppongo che la dieta di Licanes non sia mutata, vero?-, chiese Layla, sedendo sull’altare con disinvolutra. Janus annuì.-Noi invece abbiamo dovuto adattarci e mangiar carne.-, disse lei. Estrasse dei pezzi di qualcosa scuro da un sacchetto che portava alla cinta.-Cos’é?-, chiese Janus.-Carne affumicata. Non é male e da molte energie. Vuoi?-, chiese la guerriera mentre si portava alla bocca uno di quei bocconi che all’uomo parvero ripugnanti. Masticò e inghiottì.Janus prese la carne. La annusò, dubitabondo. Poi la mangiò. Aveva un sapore orribile.Ma si trattenne dallo sputare. Il suo disgusto però dovette apparire palese.-Come comprenderai noi non abbiamo il lusso di poter mangiare composti aromatizzati o vegetali speziati e pane fragrante come ciò che hai con te.-, disse lei.-Vero.-, riconobbe lui, -La vostra é una vita dura.-. Layla annuì.-Vi sono apotecarii tra le vostre genti?-, chiese. La giovane sospirò.-La medicina é intuitiva e crudele. Il dolore é la ...
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