1. Paolo. Cap X Ore antecedenti e dormiveglia. Parte prima


    Data: 19/09/2021, Categorie: Zoofilia, Autore: bepi0449, Fonte: EroticiRacconti

    ... posizione dell'impercettibile gocciolina. Anch'essa è un mondo, come gli astri immensi che ruotano nei cieli, e la sua orbita si sviluppa di ciclo in ciclo in un movimento senza sosta.
    
    Anch’io, che provengo, per cultura, da una scuola e carriera militare, a cui ho dedicato tanta parte della mia vita e della quale ora mi vergogno per i misfatti operati, mi intenerisco e mi emoziono al riflettere sul circuito di codeste gocce che appaiono nella sorgente soprastante per confondersi, a valle, nel grande, ampio, maestoso Po.
    
    Il nostro sguardo non riesce ad abbracciare nel suo insieme il circuito della goccia: la seguiamo nei suoi giri e nei suoi salti da quando appare sino al suo confondersi nel grande fiume. Siamo limitati nel comprendere questi fenomeni per ridurli ad impressioni. Che cos’è il ruscello di montagna, se non quel serpentello verde in cui scorre, gloglottando, dell’acqua all’ombra di felci, muschi o altre essenze flessuose ed eccitate per il suo passaggio? La sponda fiorita su cui siamo stesi per godere liberi del sole, il sentiero sinuoso che costeggia la corrente e che abbiamo seguito a passi lenti osservando il filo dell’acqua, l’angolo di roccia da cui la massa compatta si tuffa in rapide cascatelle per rifrangersi in schiuma, la sorgente gorgogliante: nel nostro inconscio, il ruscello è tutto qui, il resto si perde in una nebbia indistinta.
    
    La sorgente soprattutto, il punto in cui il rivolo d’acqua, fin allora nascosto, improvvisamente appare: ecco ...
    ... il luogo affascinante verso il quale ci sentiamo irresistibilmente attratti. Che la sorgente sembri dormire nel prato come una semplice pozza fra i giunchi, che gorgogli nella sabbia giocando con le pagliuzze di quarzo o di mica che salgono, scendono e rimbalzano in un vortice ininterrotto, che sgorghi modestamente fra due pietre, all’ombra discreta di ciuffi erbosi, oppure che zampilli rumorosamente da una fessura della roccia: come non sentirsi affascinati da questa acqua che, appena sfuggita all’oscurità, riflette così allegramente la luce? Se anche noi godiamo dell’incantevole sorgente, ci è facile capire perché arabi, spagnoli, montanari e tanti altri di ogni razza e clima vedano nelle sorgenti degli «occhi» attraverso i quali esseri rinchiusi nel buio delle rocce vengono per un attimo a contemplare il verde e lo spazio. Liberata dalla prigione, la ninfa guarda, lieta, il cielo azzurro, gli alberi, i fili d’erba, le canne dondolanti e riflette la grande natura nel chiaro zaffiro dei suoi occhi, e sotto quello sguardo limpido ci sentiamo pieni di una misteriosa tenerezza.
    
    Attorno a lei sbocciano, nascono amori; come il nostro, dove entrambi desideriamo confondere, mescolare, turbare le nostre carni, paghi del calore che i nostri corpi condividono e, forse, più dei piaceri che simile vicinanza provoca e fomenta. Tu, piccolo, per sentirti maggiormente nel mio interno, scuoti e spingi, e io accolgo, … ricevo con grande delizia. Il nostro stare è simile all’acqua della ...
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