1. Le mie storie (36) (seconda parte)


    Data: 06/05/2018, Categorie: Prime Esperienze Tabù Autore: isolafelice75, Fonte: xHamster

    Lui si ricompone e mi dice che va in cucina a finire di preparare, io intanto tiro giù la gonna, abbottono (storta) la camicetta e mi avvio in bagno. Durante quel breve tragitto, incrocio con gli occhi tutta una serie di fotografie, la maggior parte delle quali, naturalmente, immortala la sua famiglia sorridente. Per fortuna arrivo alla porta giusta, me la chiudo velocemente dietro e mi siedo sul gabinetto. Mentre faccio pipì, ripenso a ciò che ho fatto qualche minuto prima. Non ho tanti rimorsi, forse un po' di rabbia, forse sapevo che sotto sotto volevo farlo anch'io da tanto tempo. Sono davanti al lavandino e mi sciacquo il viso come a voler scacciare via i brutti pensieri. Purtroppo per natura non sono una di quelle donne che non si fa scrupoli, anzi se ne fa fin troppi. Mi rendo conto di aver chiuso la camicetta in maniera sbagliata, aggiusto il tutto. Sono di nuovo presentabile, esco e vado nel salone dove trovò apparecchiato per due, all'angolo di un tavolo grande. Saranno circa le 9:30, il televisore è acceso, dopo poco lui arriva con due piatti di ravioli con un sugo di pesce. Devo dire la verità, buonissimi! Sostiene di avervi cucinati lui, io ci credo poco. Mentre parliamo del più e del meno (senza nessun accenno a ciò che è successo prima), con il telecomando in mano, mi dice "perdonami ma devo vedere un posto al sole, è una mia debolezza lo so, ma lo seguo da sempre". Sorrido stupita, gli confesso che anch'io sono affezionata telespettatrice di palazzo ...
    ... Paladini. Per un attimo torno ad essere rilassata. Quei venti minuti di puntata, mi fanno tornare con la testa sul divano di casa mia, dove ogni sera mi godo la mia soap preferita. Poi finisce, commentiamo un po' e lui va a prendere il secondo sempre a base di pesce. Mentre mangiamo ogni tanto sento la sua mano sul mio ginocchio che mi accarezza la coscia sinistra fino ad arrivare a fine calza. Naturalmente abbozzo come se nulla fosse. Terminato il secondo, anche quello buonissimo, di mia iniziativa mi alzo, nonostante mi dica di no, prendo i piatti e li porto in cucina. Apro il vano della pattumiera per buttarne i resti, e con l'occhio scorgo il blister vuoto del Viagra. Di nuovo mi sale l'ansia, di nuovo ritorna la sensazione che avevo appena entrata in casa. Non voglio essere ipocrita, non è solo negativa come situazione, anzi sono proprio queste atmosfere proibite, sbagliate, che sotto sotto mi fanno eccitare, forse perché nonostante sia diventata "grande", continuo a non saperle gestire del tutto. Intanto sento la sua voce da lontano che mi chiede di prendere le fragole nel frigorifero. Ritorno nel salone con la frutta, intanto sono apparsi due bicchieri perfetti per l'occasione. Cominciamo a mangiare, poi lui prende una fragola e con la mano me la fa scivolare lungo la calza, sino ad arrivare alla mutandina. Sento la parte alta della mia coscia bagnata ed anche un po' azzeccata per così dire, lui con la punta della fragola spinge contro la micia, protetta soltanto da quel ...
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