1. Quando il gatto non c'è (2): presa decisa


    Data: 17/04/2018, Categorie: Tradimenti Autore: BlackAdder, Fonte: Annunci69

    In questo racconto riprendo la storia cominciata in Quando il gatto non c’è (1): Flirt Proibito, dove si racconta di un episodio eccitante ma anche contraddittorio tra me e Lara, una mia lontana cugina, fidanzata e più grande di me.
    
    Mi ricordo di aver trascorso turbato il resto di quella giornata, contraddistinta dalla seducente esperienza in spiagga con Lara conclusasi però in un nulla di fatto – con mio sommo disagio.
    
    Nei giorni seguenti io e Lara ci siamo incrociati con gli sguardi poche volte e praticamente mai ho avuto occasione di confrontarmi con lei sull’accaduto. Volevo che si raggiungesse una fine, preferibilmente una fine con un amplesso focoso. Questa era però la mia volontà, sapevo benissimo che per lei non era successo assolutamente niente di rilevante. Pertanto ho atteso con pazienza il momento adatto per il regolamento di conti.
    
    Il venerdì mattina di quella settimana, Lara è in partenza e ci consiglia di andare in spiaggia dove ci avrebbe raggiunto lei successivamente: è ancora alle prese con il suo bagaglio. Mi invento a tal punto una scusa con mia madre (un impellente bisogno fisico di andare al bagno) in modo tale da far avviare gli altri e rimanere da solo con Lara. Parlo a mia madre in terrazza, così da non farmi sentire da Lara, che è invece in bagno. Il mio piano inizia alla perfezione.
    
    Quando sono sicuro che siano tutti abbastanza lontani, anche per eventuali ritorni improvvisi, guardo attorno alla terrazza per accertarmi che nessuno mi ...
    ... veda e mi sfilo il costume. Devo prendere Lara di sorpresa e metterla di fronte alla realtà: il mio cazzo la vuole e lei vuole il mio cazzo.
    
    Ritorno dentro, e la attendo di fianco ai letti della sua famiglia; passano alcuni secondi e lei sbuca dal corridoio nella stanza. Sobbalza, “Stefano, ma che fai?! Sei impazzito?!”. So che la cosa potrebbe andare male, sono passibile di denuncia, ma la devo possedere e in qualche modo devo riuscirci. “No, ho solo pensato che dopo quello che è successo tra noi, volessi anche tu concludere...” rispondo calmo e composto.
    
    L’idea di avere un rapporto con lei sollecita il mio pene a gonfiarsi, sebbene non sia il momento.
    
    Mi guarda inorridita e cerca di distogliere gli occhi dal mio corpo, grosso rispetto a lei e abbastanza folto di peluria. “Mi fai schifo” grida, coprendosi gli occhi con le mani “Copriti o urlo da farmi sentire da tutti!”. Mi muovo rispondendo, “Non fare la pudica, so che ne hai voglia”: vado dritto verso di lei, che cerca di scansarsi. Le prendo i polsi, li allargo e col bacino mi attacco a lei, che si dimena; pongo il mio viso sul suo, le nostre labbra si fondono, nonostante le sue cerchino di svincolarsi. La sento che pone resistenza con gridolini, quasi ritrae la bocca; intanto con il mio uccello mi muovo per cercarle la vagina. Ha addosso gli short del pigiama, le struscio il pene addosso. La sua opposizione si fa più flebile.
    
    Muove la testa verso destra, si stacca dal mio bacio: “Sei pazzo, ti denuncio!” urla a ...
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