1. Episodio traumatizzante


    Data: 11/04/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Adesso mi pento, mi rammarico e mi rattristo considerevolmente per ogni occasione di fare l’amore che ho rifiutato e rinunciato, perché dopo tutto il mio girovagare e il mio vagabondare per il mondo, al presente comprendo e scopro che la sola cosa che mi eccita e che mi stuzzica veramente &egrave il sesso. Io non posso astenermi, non posso rinunciare alla pulsione erotica e non vedo nessun buon motivo né alcun presupposto per non compierlo, perciò ho deciso scegliendo di goderne appieno di tutte le sue molteplici sfumature fino a quando le forze mi sorreggeranno e mi sosterranno. Io sento il bisogno d’esaminare il mio rapporto con la sessualità sugli amanti che giocano e sui piaceri della carne che più m’attirano, anche se a ben guardare sono proprio questi ultimi che ho più praticato, perché tutto m’invoglia al peccato, al pervertimento e al vizio.
    
    Io ipotizzo e suppongo che possa sembrarvi strano e diverso dal solito, però quell’immagine di sé innocente furono alla fine il disordine, lo scompiglio e lo sconquasso più grandi in modo categorico e indubbio. Quella fiammante mescolanza di corpi boccheggianti, la carne perfetta e splendente sembrava affondare senza fatica in sé stessa, oggetto e soggetto d’un piacere massimo, esclusivo e indipendente, così diverso da quello che suggerisce l’ano così avvilito e rugoso, chiuso in sé stesso, teso in conclusione una perenne smorfia di dolore. Mi eccita, poiché guardo con esclusivo piacere quelle natiche rosee e sode che gli si ...
    ... offrono con la pelle tirata, liscia e tenera. L’uomo che ammirava con me la visuale era grosso, non tanto muscoloso, però dal pelo ispido, con un cazzo spaventoso dal glande sporgente e gocciolante di sperma. Io avevo visto tante donne in quella posizione, avevo visto anche me stessa, eppure questa era la prima volta che vedevo un uomo in quell’atto di conciliante e di remissiva attesa. Io avevo ambito tante volte di trovarmi lì di toccarlo, scrutarlo, alzargli la faccia e fissare i suoi occhi, lubrificarlo con la mia stessa saliva. Io m’immaginavo nuda con un paio di quegli orribili stivali con le zeppe che hanno le puttane più svendute che ho visto per le strade di Verona, di quelle con i tacchi altissimi e affilati, legare quel corpo incolpevole con le natiche esposte e penetrarlo con uno di quegli spilli di vernice, lacerarlo, fargli male, dilaniare quella carne che si &egrave insinuata nella mia mente, tanto da divenire un’ossessione.
    
    Occasionalmente ho avuto addirittura la tentazione di prostituirmi, fare sesso con degli estranei, disposti a pagare per scopare. Dopo la prima violentissima scossa e una lieve vertigine avevo provato la strana sensazione di cambiare pelle, dato che ero enormemente allarmata e impaurita, perché mi piaceva e volevo possederlo così umiliato a faccia coperta. Carne perfetta. Io ero capitata lì per caso in quel noioso e soporifero pomeriggio d’una giornata di primavera. Avevo ventiquattro anni, di fuori il club non aveva nulla che facesse ...
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