1. La casa di una volta.


    Data: 29/03/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Sensazioni Autore: scaaty, Fonte: RaccontiMilu

    ... gli occhi sembrano ancora più profondi e scuri, le labbra leggermente lucide.
    
    Indossa delle scarpe nere, con il tacco alto, non a spillo, aperte davanti, da cui si intravede la calza scura e le dita, con lo smalto rosso.
    
    I jeans.
    
    Una camicia, infilata nei jeans, a maniche lunghe.
    
    Polsini e colletto allacciati, di raso nero.
    
    Il resto, di tessuto nero, trasparente.
    
    Sotto, i seni si vedono, chiari, con i capezzoli scuri sul nero del tessuto.
    
    Lui non dice nulla, gli manca il respiro.
    
    Lei sorride, si appoggia allo stipite della porta, lo guarda, sorride.
    
    – allora? β€˜ gli chiede
    
    – sei bellissima β€˜ non può evitare di rispondere
    
    – davvero? Come ti ricordavi? β€˜
    
    – no, di più. Sei’ da mettere su un piedistallo e guardare, come un’opera d’arte β€˜
    
    Lei non dice nulla, fa due passi e si ferma al centro della stanza.
    
    – bene β€˜ dice, guardandolo seria β€˜ adesso che ho fatto la mia parte, tocca a te. Spiegami cosa succede, e cosa devo fare –
    
    – te l’ho scritto nelle mail’ –
    
    – ridimmelo. Voglio sentire che me lo spieghi. Mi piace β€˜
    
    Lui annuisce.
    
    – ecco cosa succede. Succede che da questo momento, e finch&egrave non ce ne andiamo, tu sei mia. Mia. Mi appartieni. Sai cosa intendo? –
    
    – no β€˜ risponde lei.
    
    Che &egrave una bugia, lui le ha spiegato tutto, nelle mail che si sono scambiati, prima di arrivare a questo giorno, ma a lei piace sentire lui che racconta, e lui lo sa, e allora lui spiega, e racconta.
    
    – vuol dire che sei una cosa mia. ...
    ... E posso farti quello che voglio. Non mi interessa nulla di ciò che senti, o non senti. Di quello che ti piace, o non ti piace. Se ti fa stare bene, o se ti fa male. Mi appartieni, e io ti uso, per il mio esclusivo piacere e divertimento. &egrave chiaro? –
    
    Lei annuisce.
    
    – &egrave chiaro? β€˜ ripete lui
    
    – sì- risponde lei, e lui nota una piccola esitazione nella voce, come se fosse preoccupata.
    
    O eccitata.
    
    O tutte e due, pensa lui.
    
    – ma non c’&egrave solo questo. Siccome non sei una cosa, ma sei una persona, e sei mia, non c’&egrave solo quello che io posso fare a te –
    
    – ah, non c’&egrave solo quello? β€˜ chiede lei, con tono ironico
    
    – eh no. C’&egrave anche quello che tu puoi fare a me, o per me’ –
    
    – e cosa sarebbe, quello che io posso fare a te, o per te? β€˜ chiede lei sorridendo
    
    – tutto ciò che voglio, tutto quello che mi piace, tutto quello che mi piace vederti o farti fare’ sei mia β€˜
    
    – sono tua? β€˜
    
    – sei mia β€˜
    
    – e se non faccio quello che mi dici? β€˜ chiede lei, piegando la testa
    
    – se non fai quello che ti dico, o lo fai male, ti punisco β€˜
    
    – e come mi punisci? β€˜
    
    – lo scoprirai, vedrai β€˜
    
    – mi farai male? β€˜ chiede lei, e in questa domanda ha un tono meno scherzoso
    
    – sì, un po’. Non tantissimo, ma un po’, sì. Ti ricordi la parola? β€˜
    
    – β€˜spazio’ β€˜ sussurra lei
    
    β€˜Spazio’ era una parola che significava molto per loro, rimandava agli anni in cui erano stati insieme. L’avevano scelta insieme, apposta.
    
    – sì: se dici β€˜spazio’, ...