1. Lucrezia - come la paprika


    Data: 26/03/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Masturbazione Voyeur Autore: Andy88xy, Fonte: xHamster

    ... rilievo,
    
    erano fasciate le cosce sode e le gambe lunghe e tornite, che finivano
    
    in scarpe con alti tacchi stile anni ‘20.
    
    “Ora le mutandine” le dissi.
    
    Mi fissò come ipnotizzata.
    
    “Le mutandine” ripetei.
    
    Se le sfilò lentamente, lasciando apparire il ciuffo di peli scuri del
    
    pube, e appena visibili le grandi labbra della vagina, carnose e ben
    
    rilevate. Poi rimase immobile, la testa piegata verso il pavimento e
    
    il viso quasi del tutto nascosto dalla folta chioma.
    
    Le afferrai i capelli con un gesto improvviso e la costrinsi ad
    
    inginocchiarsi davanti a me. Le allargai le cosce con un piede,
    
    guardai il ventre che mi si era aperto davanti. Mi sembrava che
    
    luccicasse. Mi alzai e la feci mettere a quattro zampe.
    
    “Toccati” le dissi. “Toccati”. Con un tono che non ammetteva repliche
    
    e sorprendeva anche me stesso.
    
    Avvicinò una mano al pube e la insinuò fra le gambe.
    
    “Infila un dito nella fica”.
    
    Strinsi e tirai verso di me i suoi capelli, per costringerla ad
    
    obbedire. Lo fece.
    
    “Dentro. A fondo.”
    
    Lo fece.
    
    “Tiralo fuori e spingilo di nuovo dentro.”
    
    Lo fece.
    
    “Ora infilane due.”
    
    Lo fece.
    
    “Tre.”
    
    Fece anche quello. Mi parve di sentire mugolii di piacere che
    
    sfuggivano dalla sua bocca serrata.
    
    “Il clitoride. Adesso il clitoride.”
    
    Cominciò a massaggiarselo, a manipolarselo come tante volte aveva
    
    fatto con la mia schiena. Prima usando il palmo della mano aperta,
    
    aprendo bene le grandi e le piccole ...
    ... labbra, cavando altri sospiri
    
    dalla bocca. Poi con un dito, quindi con due. Lunghe carezze che
    
    percorrevano tutto l'arco della vulva, giravano intorno al bottoncino
    
    rosa, scendevano ancora lungo l'attaccatura delle cosce, arrivavano
    
    fino al limite delle natiche, tornavano in alto a stanare il piccolo
    
    a****le che pulsava.
    
    “Voltati” le dissi.
    
    Si girò di schiena rispetto a me. A quattro zampe, le cosce aperte,
    
    ora mi si mostrava interamente nel suo intimo. Tornai a sedermi per
    
    guardarla meglio, tenendo sempre stretti i suoi capelli con una mano.
    
    Con l'altra le spinsi la testa sul pavimento, in modo che il suo
    
    ventre si rivolgesse ancora di più verso l'alto, le labbra della vulva
    
    spalancate, il clitoride bene in vista, le natiche che staccandosi
    
    l'una dall'altra rivelavano l'orifizio rosso scuro, carnoso e pulsante
    
    in mezzo, bagnato degli umori che colavano dal ventre.
    
    “Toccati, toccati ancora” le dissi. “Toccati…”
    
    Lo fece. Riprese a sfiorarsi, a massaggiarsi, a titillarsi. Il suo
    
    respiro si stava facendo affannoso, il corpo componeva onde nell'aria
    
    calda della camera, il ventre si muoveva a s**tti, a sussulti, a
    
    spasimi. La marea impetuosa stava per arrivare: me ne accorsi dai suoi
    
    gemiti che salivano di tono. I movimenti diventarono più sconnessi,
    
    insistenti, violenti. I gridolini si trasformarono in un unico rantolo
    
    prolungato.
    
    Le infilai un dito fra le natiche mentre cominciava a sussultare,
    
    urlando e fremendo ...