1. Il passato che ritorna (2)


    Data: 12/03/2018, Categorie: Sentimentali Autore: Luthien, Fonte: EroticiRacconti

    ... con onde leggere e naturali, il trucco stasera è un po’ più accentuato, ma sempre naturale. Mi guardo allo specchio e mi piaccio, immagino la reazione che avrà Antonio davanti a questo spettacolo. Luca ha sempre ragione!
    
    Alle otto in punto un messaggio: «sono qui sotto, ti aspetto»
    
    Proprio davanti al portone mi attende una bella automobile scura, con lo sportello del passeggero aperto e il suo sorriso invitante. Mi porge la mano, si avvicina al mio viso per un bacio appena sfiorato e sento che inspira discretamente come a voler catturare il mio profumo. Quel gesto mi fa vibrare.
    
    Anche lui è vestito con cura: un bel blazer strutturato che gli disegna le spalle, camicia bianca con l’ultimo bottone aperto e senza cravatta e pantalone scuro, classico ma non eccessivo. Un bel cambiamento dal ventenne perennemente in pantaloni di pelle e maglietta nera, capelli rasati e occhi bistrati!
    
    Glielo faccio notare, e sorride indicando il mio vestito «anche tu sei diventata una donna raffinata»
    
    Saliamo in auto «allora, dove mi porti?» cinguetto.
    
    «Lo vedrai».
    
    Accende la musica regolando il volume al minimo, e risuona paino l’incipit di una canzone che conosco bene… “Nothing else matters” dei Metallica…
    
    «Ricordi questa canzone?» «certo» rispondo «me l’hai fatta conoscere tu un milione di anni fa…»
    
    « Avevo quindici anni, e tu sedici. Lo sai che da ragazzino ero pazzo di te, mentre tu non mi degnavi di uno sguardo. Ero grasso, impacciato, goffo, sempre con la ...
    ... musica nelle orecchie, seduto sui gradini della piazzetta. Ti sei seduta accanto a me, e io mi sono tolto le cuffie per poggiarle sulle tue orecchie.
    
    Tu hai chiuso gli occhi e hai poggiato la guancia sulla mia mano che reggeva la cuffia, posandoci sopra la tua e dischiudendo le labbra lievemente. Che visione! Avrei voluto prendertele quelle labbra, farle mie, ma ero paralizzato. Quella immagine di te ce l’ho sempre scolpita nella mente, e ha accompagnato le mie seghe per anni!»
    
    Rido di gusto alla sua versione di quella storia, ricordo bene quel momento ma ero totalmente ignara di aver provocato in lui quel tumulto. Io in quel periodo non avevo occhi che per il capitano della squadra di calcio e fratello maggiore di Antonio, un cretino integrale a cui per fortuna ho dato solo un paio di baci con la lingua e ricevuto una rude palpata alle tette.
    
    Arriviamo a destinazione, un ristorantino sulla spiaggia che già conosco, si mangia bene, ed essendo ormai ottobre, è quasi vuoto e piuttosto romantico. Ci accomodiamo davanti alla grande vetrata in un tavolo per due con candele, una rosa e un cestello con una bottiglia di bollicine pronta per noi. «Svenevole marpione» gli dico sorridendo, però devo dire che apprezzo le sue attenzioni.
    
    La cena è squisita, il vino mi dà piacevolmente alla testa e Antonio, dopo la confessione in macchina, mantiene la conversazione leggera, piacevole e deliziosamente provocante. Non è più il ragazzino goffo, ma neanche il giovane stallone dei ...