1. Senza chiedere nulla in cambio


    Data: 12/03/2018, Categorie: Lesbo Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... bacio, morendo così tra le sue gambe e bevendo ogni suo orgasmo:
    
    ‘Lina, mi ami’ – le aveva costantemente invocato un giorno.
    
    ‘Certo che ti amo, per caso dubiti questo?’ – le aveva prontamente risposto rincuorandola e sostenendola.
    
    ‘Allora vieni via con me, però adesso’ – replicò immediatamente l’altra.
    
    A seguito di quelle definizioni era seguito in conclusione un silenzio impacciante, ingombrante e scomodo, assolto e sollevato soltanto dai baci che erano seguiti e che non avrebbero mai rimpiazzato né sostituito un’appropriata risposta. Doveva finire lì quella conversazione, invece si era ripresentata identica amplificandosi e proiettandosi in maniera aggiuntiva, fino a quando la risposta non era arrivata, eppure non era quella che Amelia ambiva, perché aveva raccattato tirando su il cuore ed era sparita per sempre. Amelia si risvegliò da quel dolore antico scuotendo immancabilmente la testa, due ciocche lunghe le carezzarono il viso e scivolarono sulle righe verticali del gessato, sennonché fu in quell’istante che ricacciò indietro le lacrime per quell’addio che faticava invero sforzandosi ancora a comprendere e a giustificare, per quel silenzio come definitiva risposta alla sua richiesta d’andare via da tutto, per la pretesa di un’esclusiva che la sua Lina non aveva voluto porgerle. All’opposto, era andata via lei, distante da quelle mani piccole, fuori dai suoi pensieri e dal suo cuore, in quanto aveva dato un taglio deciso e netto per scampare e per ...
    ... sopravvivere.
    
    Al presente Amelia riapre rapidamente gli occhi sulla rassicurante e risollevante perfezione del suo studio, ripensa nel mentre a quanti anni di lavoro insieme, chissà dov’&egrave adesso Lina rimugina sconfortata verso sé stessa. Se soltanto tu potessi al presente leggermi ti scriverei ben volentieri una lettera cara Lina, si ritrovò a pronunciare ad alta voce avvilita e disanimata quasi come se l’avesse davanti. Una di quelle in cui si tirano le somme, perché mi toglierei di buon grado addirittura questi stramaledetti tacchi per scrivertela, me ne starei seduta di fronte al mare anche se &egrave notte, e stranamente ti chiederei ancora vieni via con me Lina, vaffanculo al mondo intero. Nel momento in cui continuava a maltrattare la penna stilografica rigirandola e tormentandola fra le dita, s’accorse che il suo pensiero non l’aveva mai abbandonata né ripudiata. Più avanti tacque, accorgendosi di quanto sangue stesse perdendo dal cuore, alla fine sorrise e quell’euforia insieme a quell’ottimismo divenne una risata forte che le fece reclinare indietro la testa:
    
    ‘No, non riusciresti mai a vivere né a conservarti né a svilupparti senza il cuore impegnato, dimmi il tuo nome Lina, perché &egrave così che vorrei affettuosamente chiamarmi’ – continuando in modo bizzarro, curioso e interessato il suo dialogo.
    
    In seguito s’alzò dalla scrivania e con i suoi tacchi a spillo andò alla finestra, in quanto due lacrime sostavano sulle ciglia abbracciando e contornando quelle ...