Senza dire niente
Data: 07/03/2018,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... notasse il mio crescente interesse per lei. Lei in realtà non sembrava per nulla una donna che si faceva rinchiudere in cinture di castità, anzi, spesso l’apparenza, l’esteriorità e la forma ingannano appieno.
Irene del resto sembrava non accorgersi del mio stato d’animo e continuava a illustrarmi i problemi della pratica, a chiedermi dei consigli su come definirla in maniera adeguata. Io guardavo la sua bocca che parlava, le sue labbra che s’aprivano e che ogni tanto inumidiva con la punta della lingua, giacché il tempo passava e il mio interesse per lei aumentava in continuazione: la gonna era salita un po’ sulle sue cosce, però lei non faceva nulla per rimettere le cose a posto: era forse un messaggio? E se avessi osato e mi fossi beccato uno schiaffone? Che figura, domani tutta la sede avrebbe parlato sennonché di me. A un certo punto lei sollevò lo sguardo verso di me, che in quel momento osservavo nuovamente la sua giacca e cercavo d’intuire che cos’avesse di sotto, perché un marcato sorriso apparve sul suo viso: ammiccante, complice, impenetrabile, malizioso, provocante e sensuale, così mi era sembrato. L’atmosfera in ogni caso era cambiata, perché sembrava alquanto evidente che a nessuno dei due importasse né interessasse più di tanto della pratica, per il fatto che attualmente eravamo da soli e dopo un’ora sarebbe passata la guardia della vigilanza per l’abituale controllo.
In realtà nessuno dei due si decideva continuando a rimandare l’eventuale iniziativa, ...
... perché quel gioco fatto di sguardi e di respiri andava a genio indubbiamente e innegabilmente a entrambi. Il primo passo lo fece lei, incapace di trattenersi, in tal modo cominciò a liberarsi della gonna che in un attimo cadde ai suoi piedi, la giacca lentamente s’aprì e lasciò intravedere soltanto il reggiseno nero, l’unico indumento nondimeno indossato. In quel frangente si passò le dita d’una mano sulle sue labbra e le fece scendere lungo il collo fino all’orlo del reggiseno, poi le infilò di sotto e si toccò i capezzoli uno alla volta, però a lungo. L’altra mano era scivolata lungo i fianchi fino ad arrivare al perizoma. Irene a quel punto si siede in modo inatteso sulla scrivania di fronte a me e aspetta, però non deve attendere oltremodo, perché ambedue le mie mani risalgono verso le sue gambe, sfiorano l’inguine, s’inerpicano e raggiungono il seno, poi il collo, s’infilano tra i capelli e riscendono lungo la schiena. Il suo sguardo è un chiaro e preciso invito a sfilarle il perizoma: io lo faccio con calma, mentre la guardo perdersi nell’attesa, la strada è libera. Al momento la mia bocca s’appoggia su di lei, io m’intrufolo con le dita per arrivare nei pressi del suo clitoride, giacché penso sia pronto per ricevere le amabili e fervide attenzioni della mia lingua, pertanto la muovo lentamente dosando accuratamente i movimenti e assaporando il suo sapore aspro e dolce simultaneamente.
Nel silenzio cominciano a sentirsi i gemiti sottili di Irene, che sotto ...