1. Caldi fratelli


    Data: 22/06/2021, Categorie: Incesti Tue Racconti Autore: Sodoma, Fonte: RaccontiErotici.xyz

    ... continueremo a farlo, vero?” “Chissà, solo se lo meriterai”, disse lei sorridendo e dandomi un buffetto. Non dovetti attendere molto per saperlo. Sistematici nel letto, il corpo minuto di Anna era della giusta dimensione per poterlo tenere tra le braccia premendo la sua schiena al mio petto. In quella posizione non tardò molto a tornarmi l’eccitazione, e il mio cazzo turgido come l’acciaio non ebbe difficoltà a farsi strada tra le natiche di mia sorella, trovando la fica di Anna già ben lubrificata. Gli affondi del mio inguine facevano scivolare la verga tra le grandi labbra di mia sorella fino a stimolarle il clitoride. Anna ricominciò a mugolare, che sembrava implorarmi di farla venire ancora. La penetrai profondamente e mi fermai un attimo per far godere a lei il riempimento che le procuravo, a me il calore della sua carne che avvolgeva il mio membro. Anna iniziò a muovere il culo, e sempre più freneticamente, non potevo essere crudele con lei. Presi a pomparla con affondi sempre più profondi e sempre più frequenti, finché mia sorella non venne di nuovo. Ora toccava a me, la sbattei per qualche altro minuto ancora, poi di nuovo la riempii del mio seme speziato. “Uff! Carlo, mi volevi sfondare?” “No, amore mio, volevo solo che non perdessi una goccia del mio latte.” “E chi se lo perderà più”, concluse Anna. Stanchi, sfiniti ma appagati come non mai, ci addormentammo abbracciati. 
    La mattina seguente, mentre stendevo al sole l’accappatoio sul terrazzo, il vicino mi guardò ...
    ... dal suo balcone e sorridendo mi fece l’occhiolino. Aveva di certo sentito le grida del nostro amplesso. “Carlo, scendi! La colazione è pronta”, mia sorella mi chiamava. “Un attimo e vengo”, “Da solo, porcellino?” “No, mai più senza di te, sorellona!” Andai in cucina completamente nudo sperando di sorprendere Anna, ma fu lei a stupire me: una femmina senza veli, tutta nuda nello splendore della sua giovinezza, armeggiava in cucina. E la mia verga subito s’inturgidì senza ritegno. Mentre facevamo colazione ci guardavamo negli occhi: nessun senso di colpa, nessun rimorso, eravamo due anime che si erano fuse completamente attraverso l’unione dei corpi. All’improvviso squillò il telefono. La mamma ci annunciava che il temporale aveva fatto danni alla casa e che lei e papà sarebbero rimasti in città per il resto della settimana. E vai! Avevamo la casa tutta per noi. Ci vestimmo in fretta e furia e andammo a fare provviste per cinque giorni. Furono i cinque giorni più belli della mia vita: a parte la nostra corsetta mattutina lungo il bagnasciuga, non facemmo altro che scopare in tutti i modi e in tutti i posti della casa.
    Alla fine di settembre, mentre ero in camera mia alle prese con la tesi, un grido primordiale squarciò il silenzio della casa. Mia sorella irruppe in camera con uno stick in mano e, sedendosi sulle mie gambe, mi baciò con la lingua. “Sono incinta!”, mi sussurrò all’orecchio: mia sorella aspettava il nostro primo figlio. La gioia mi impediva di trovare le parole, ...