1. Candy_Killer-19F-(Parece Que) Sadomasoquista


    Data: 24/02/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: femcurious06, Fonte: RaccontiMilu

    ... minimo 50 minutos de anticipaciòn!
    
    No mensajes de textos.
    
    Espero conocerte pronto!”
    
    Ero quasi giunto al “piso”: al piano dove Lei mi avrebbe aspettato.
    
    Sull’androne e sulle scale il vociare di massaie pronte per il lavoro o per la spesa al mercato.
    
    Qualche ragazzino dal muso indio che mi squadrava attento e sospettoso.
    
    Vidi una rientranza nella parete alla mia sinistra. Una nicchia con una madonnina votiva condominial.
    
    Mi ritrassi ed aspettai lì in silenzio. Nessuno mi aveva seguito.
    
    Controllai l’orologio: sì,ero in perfetto orario.
    
    Aspettai ancora un attimo sulle scale e poi salii di corsa.
    
    Terzo piano. Il “piso”.
    
    Il cuore mi batteva all’impazzata e non per la corsa folle.
    
    Ansia, desiderio, languore, paura mulinavano insieme nella mia mente in un mix strano. Un vortice folle di lubrica attesa.
    
    Potevo prefigurare dove Lei fosse cresciuta: a Medellin, a Calì,ad Antioquia oppure a Bogotà.
    
    In uno dei quartieri “mas periculosas” che la faceva sentire come una tigre in gabbia.
    
    Forse con un padre-padrone mai sopportato.
    
    Ed odiava pure sua madre, incapace di ribellarsi all’uomo che disponeva di lei come e quando voleva.
    
    E l’avrei immaginata pure a ricevermi con un giubbotto di pelle per sembrare giusto un po’ più aggressiva.
    
    Forse anche per strada non aveva timore di camminare da sola, anche quando la luce del giorno lasciava spazio al buio.
    
    A tutti quei giri strani che caratterizzavano la vita del suo quartiere.
    
    Procedeva ...
    ... a testa alta scansando spacciatori, lucciole, ubriachi.
    
    La conoscevano tutti e tutti ne erano intimoriti. Lei, certo poco più che adolescente, li sfidava con uno sguardo che nessuno sapeva sostenere.
    
    Arrivai ansante e sudato.
    
    Ero lì finalmente: il “piso”.
    
    Il mio fiato come vapore mulinava verso l’alto in strane volute leggere.
    
    A luglio in Ecuador è pieno inverno e devi pure adattarti all’altitudine.
    
    Nessuno.
    
    Ma girai l’occhio alla mia destra e la vidi seduta seminascosta sugli scalini della rampa successiva.
    
    Si alzò furtiva e cortese e mi tese la mano.
    
    Gli occhietti scaltri ed attenti ancora sfatti di sonno.
    
    Una stretta tenue e fugace appena sulla punta delle dita.
    
    Aveva una coperta addosso:era quasi tutta infagottata fino alle caviglie.
    
    Si notavano solo il penzolare di una cinta ed i lembi di un accappatoio sottostante.
    
    Mi accompagnò fino alla sua porta. Lei davanti.
    
    In un lungo corridoio alla fine del quale, proprio in fondo, luccicavano ad intermittenza le luci della Madonna del Carmen.
    
    Dagli appartamenti vicini solo qualche cozzare di stoviglie, pianti di bambini piccoli e l’odore intenso delle arapas,le piccole tortillas con fagioli.
    
    Ci fermammo davanti ad una porticina senza targhetta. Numero trentaquattro.
    
    Lei allungò la mano per suonare il campanello ed annunciare il suo arrivo a qualcuno: non aveva chiavi.
    
    Mi ritrassi istintivamente.
    
    Lei lo colse. Mi raccattò la mano e se la porto alle labbra: un piccolo bacio ...
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