1. Tra sogno e realtà – Realtà


    Data: 07/02/2018, Categorie: Lesbo Autore: Lizbeth Gea, Fonte: EroticiRacconti

    ... che si toccasse le tette.
    
    Si allontanò da me, rividi la luce. Lei si inginocchiò e iniziò a rovistare sui miei pantaloni.
    
    “Aspetta, aspetta, ti devo dir..” – era arrivato il momento della verità.
    
    Lei si stupì della mia voce femminile – “Ora cosa c’è, pensavo che mi volessi”
    
    “Ti devo confessare una cosa”
    
    Non feci in tempo, lei aveva finito il suo lavoro, i miei pantaloni si erano sfilati e il mio cazzo di gomma apparì in tutto il suo splendore, oddio non era poi questo granchè.
    
    La sua faccia esprimeva tutta la sua delusione. Non le uscivano le parole.
    
    “Mi hai ingannata”
    
    “Non mi hai lasciato parlare”.
    
    Era li mezza nuda, non sapeva neppure lei cosa fare. Guardava alternativamente i miei occhi e il cazzo di gomma. All’improvviso le apparse un sorriso malizioso.
    
    “Sai che ti dico, chi se ne frega”
    
    Slaccio i lacci posteriori, e la gonna cadde per terra. Tolse le mie mutandine, che tenevano piegata l’asta. Diede una leggera leccata al pene, ma fu subito schifata. Sicuramente non aveva lo stesso sapore e consistenza di quelli veri. Mi mise le mani intorno al collo. Il suo seno era davvero enorme, non c’era spazio tra di esso e il mio viso.
    
    Appena la sua passera entrò in contatto con la cappella di gomma, si allargò. Lei sospirò.
    
    “E’ la prima volta che bacio una ragazza” – Prima di leccarmi la lingua, sorrise di gioia.
    
    Il suo giovane corpo, si muoveva lentamente. Si gustava il momento. Il ritmo accellerava costantemente. Si può dire ...
    ... tranquillamente che era lei che prendeva l’iniziativa. Lei sospirava lentamente. Di mia iniziativa mi toccavo la passera, volevo godere pure io.
    
    “Ora sentimi mentitrice, devi farmi venire” – Non mi piacque come me lo disse.
    
    “Allora alzati, stronzetta”
    
    “Cosa vuoi fare?”
    
    “Lo vedrai”.
    
    Si alzò, la baciai ancora, le diedi piccole sberle sulle tette, la feci girare. In quel momento presi a sberle il suo sedere. Puntai la passera con il cazzo finto. Appoggiai le mani sulla sua schiena. E la sbattei con gusto. Ero così rapida che non le lasciavo il tempo di parlare. Ovviamente le afferrai il seno.
    
    Dovevo accellare, dovevo tornare a lavorare.
    
    Spingevo il cazzo fino in fondo all’utero. Ansimava. Dopo un buon minuto venne. La rigirai, infilai la mia lingua nella vagina, è il momento che adoro piu di tutti, quello di leccare una passera appena orgasmata. Senti tutti i sapori immaginabili.
    
    “Basta ti prego basta”
    
    “Sei sicura?”
    
    “Si”
    
    Diventò fredda improvvisamente. Probabilmente aveva ottenuto quello che voleva. Si rivestl, mi baciò sulla guancia, che delusione, e scomparse. Mi ricomposi immediatamente, rimisi il cazzo finto nello zaino, il mio lavoro non era ancora finito e volevo essere pagata.
    
    Finalmente arrivarono le due di notte. Tutti gli invitati se ne andarono, e per fortuna non dovemmo risistemare la discoteca, a quanto pare aveva il compito una società esterna. Mi rivestii, salutai tutti, presi l’assegno con i miei 500 euro e me ne tornai in ...