1. Tra sogno e realtà – Realtà


    Data: 07/02/2018, Categorie: Lesbo Autore: Lizbeth Gea, Fonte: EroticiRacconti

    Subito dopo la colazione, mi precipitai in centro. Mi serviva urgentemente un costume da maggiordomo, per la festa di Halloween. Ormai il sogno era completamente sparito e la realtà prese il suo posto.
    
    La discoteca, a quanto pare, ci dava cinquanta euro di bugdet, per trovare il costume adatto. Non erano molti soldi, ma io sapevo dove andare.
    
    Un mio amico aveva un negozio vicino a casa mia, e spesso mi faceva degli sconti. Pur sapendo che dovevo interpretare un servitore degli inizi del novecento, volevo rimanere il più possibile femminile. Ora non vi voglio annoiare elecandovi tutti i vestiti che ho scartato e su come ho fatto impazzire il mio amico, quindi vi dico che presi dei pantaloni neri strettissimi, una camicia bianca, un panciotto nero, un cravattino e una bombetta nera molto carina. In tutto spesi trentacinque euro.
    
    Mentre tornai a casa, passai davanti a un sexy shop, mi balenò in mente una idea malsana. Avevo ancora in tasca quindici euro, e non erano miei. Conscia del sogno della sera precedente, e conscia che mi volevano vestita da maschio, perché non completare l’opera. Mi aggirai per il negozio curiosando, poi vedii uno strap-on color carne di circa 14 cm, e soprattutto sulla scatola c’era scritto flessibile, faceva al mio caso.
    
    Tornai a casa, mi feci un sonnellino, forse speravo di risognare il me maschile. Verso le 18 infilai tutto quello che avevo comprato, nello zaino. Dopo una piccola cena per strada, raggiunsi la discoteca per le ...
    ... 19:30.
    
    Li avvenne la trasformazione. Per fortuna era da sola nello spogliatoio. Per prima cosa indossai lo strap-on e le tenni verso il basso grazie alle mie mutandine, dentro di me sapevo che mi sarei pentita della mia scelta.
    
    Misi una fascia sul seno, per evidenziarlo di meno. Venne il momento, in ordine cronologico, della camicia, dei pantaloni attillati, del panciotto e del cravattino. Ai piedi indossai delle decoltè con i tacchi, un minimo di femminilità.
    
    In quel periodo avevo i capelli molto corti. Mi spruzzai dell’acqua a base salina per avere l’effetto bagnato e indossai la bombetta. Ero davvero carina, ma mancava qualcosa. Mi illuminai. Cercai il mascara nella borsetta e mi ci disegnai dei baffetti finti. Il capolaro era finito.
    
    Forse ero arrivata troppo presto, i miei colleghi giunsero solo dopo mezz’ora, per passare il tempo mi misi a leggere, salutai tutti con gentilezza, soprattutto le fanciulle.
    
    La festa iniziò alle 21:00. C’erano abiti di ogni genere. Sembrava di assistere a un ballo vittoriano. Strano pensando al locale dove si svolgeva. Come seppi in seguito, la discoteca era stata affittata da una società per una festa privata.
    
    Tutto sommato procedeva tutto tranquillo, quel travestimento aiutava a tenere lontani i mal intensionati.
    
    “Mi scusi signore, mi può dare un bicchiere di champagne” – Mi voltai, vidi una piccola lolita, che indossava una bella camicetta a collo alto, aveva le maniche lunghe e arricciata sul petto. La gonna aveva lo stesso ...
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