1. Batocchio - 1


    Data: 23/08/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... distratta, e proseguì senza fermarsi.
    
    Uscì in strada e non ci pensò più: perché avrebbe dovuto, del resto? In un condominio è facile incontrare sulle scale gente mai vista prima.
    
    La sera, era tornato dal lavoro e aveva appena finito di fare una doccia, quando sentì suonare alla porta. La cosa lo stupì: mai nessuno passava da lui a trovarlo ed era troppo tardi perché fosse qualche rappresentante o altra sorta di rompicoglioni.
    
    Spinto dalla curiosità, si avvolse attorno alla vita il telo da bagno e si avvicinò alla porta, incollando l’occhio allo spioncino.
    
    Era una faccia familiare… dove l’aveva già vista? Poi ricordò: lo sconosciuto che la mattina lo aveva salutato sulle scale.
    
    Non aveva nessuna intenzione di aprire e fece per tirarsi indietro; ma quello probabilmente scorse l’ombra di un movimento e mosse la mano come per un saluto. A questo punto, fu costretto a socchiudere l’uscio, facendo capolino solo con la testa.
    
    “Mi scusi se la disturbo, - fece lo sconosciuto con un sorriso disarmante – mi chiamo Fulvio… sono venuto ad abitare nell’appartamento di fronte al suo… ma credo che non sia un buon momento per lei…”.
    
    “Ha bisogno di qualcosa?”, chiese Raimondo quasi a muso duro, socchiudendo ancora un poco la porta.
    
    “Oh, per la miseria, mi scusi! – esclamò Fulvio, tirandosi indietro nel vederlo seminudo, con un telo da bagno attorno alla vita – Mi scusi… non immaginavo…” e fece per andarsene.
    
    Pentito per il suo tono sgarbato, Raimondo aprì del tutto ...
    ... la porta e si fece avanti, sporgendo a destra e a sinistra la testa, come a controllare se c’era gente, che lo vedesse.
    
    “No, aspetti, mi dica…”, disse più conciliante.
    
    Fulvio si voltò verso di lui e rimase per un momento a fissarlo, ammirato dal suo fisico asciutto e, credo, dalla evidente sporgenza del telo all’altezza dell’inguine.
    
    “Mi chiamo Fulvio, - ripeté, porgendogli la mano – e le chiedo ancora scusa del disturbo.”
    
    “Di niente. – rispose lui – Molto piacere, Raimondo.”, e gli tese a sua volta la mano per una solida stretta.
    
    L’iniziale contrarietà era scomparsa, sostituita da un leggero moto di simpatia nei confronti dell’altro, che continuava a fissarlo con sorridente sfrontatezza.
    
    “Diceva?”
    
    “Sì… che sono appena venuto ad abitare nell’appartamento di fronte al suo… ci siamo incrociati stamattina sulle scale, ricorda?”
    
    “Sì… c’è qualcosa che non va?”
    
    “Ecco… non riesco a far funzionare la caldaia dei riscaldamenti e volevo chiedere a lei… immagino che siano tutte uguali…”
    
    “Ha aperto la chiavetta del gas sotto la finestra della cucina?”
    
    “Beh, certo… ma non succede niente e non mi fido a schiacciare bottoni a caso.”
    
    “Okay, - fece Raimondo – mi vesto e vengo a dare un’occhiata.”
    
    “Grazie. L’aspetto di là.”
    
    “Ma no, accomodati da me, - esclamò Raimondo, passando senza accorgersene al tu – immagino che farà freddo nel tuo appartamento. - e si fece di lato per lasciarlo passare – E’ parecchio che è rimasto vuoto.”
    
    Aveva appena richiuso ...