1. Batocchio - 1


    Data: 23/08/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    Lo avevano soprannominato Batocchio ma in realtà si chiamava Raimondo. Lo avevano soprannominato Batocchio, ma guai a farsi sentire da lui: era capace di incazzarsi come una iena e siccome era anche un giovanottone bello robusto, era consigliabile non correre il rischio di beccarsi uno sganassone.
    
    Era un giovanottone bello robusto, ma anche bello di viso, con i suoi lineamenti regolari, anche se un po’ arcigni, i capelli biondi e inanellati, come un prode cavaliere negli affreschi rinascimentali, e i grandi occhi che traevano in inganno con la loro luminosità.
    
    Già, traevano in inganno, perché a dispetto di questo, Batocchio… ehm!... Raimondo aveva un carattere spigoloso, difficile, portato più a mollare cazzotti, che non ad allungare carezze. E la radice o, per meglio dire, la causa di tutto questo era proprio il batocchio (stavolta con la minuscola) che si portava in mezzo alle gambe.
    
    Ora, chiunque di noi andrebbe fiero di un tale dono di madre Natura e cercherebbe di valorizzarlo e ostentarlo nel modo migliore; ma per lui era il contrario. Da ragazzino, infatti, gli era successo che un giorno, mentre si stava cambiando nello spogliatoio della piscina, vedendolo con questo affare che gli arrivava praticamente a mezza coscia, il gruppo dei suoi amici aveva cominciato a prenderlo in giro:
    
    “Guarda il Raimondo che batocchio! Batocchio! Batocchio! Batocchio!” e non l’avevano più smessa.
    
    Raimondo era tornato a casa tutto mogio, quasi piangente, ma non aveva detto ...
    ... niente a nessuno. Solo che perpetuandosi l’insulto fino a diventare un soprannome, il poveretto se ne era fatto un complesso che gli stava rovinando l’esistenza. Non aveva più una vita sociale, viveva per conto suo, da solo, nella casetta che aveva ereditato dai nonni alla periferia del paese, con l’unica compagnia di un gatto che chiamava affettuosamente Trippa. E in effetti, Trippa era il suo unico amore, l’unico essere davanti al quale non avrebbe dovuto vergognarsi per il suo spropositato batocchio.
    
    Già, Trippa era il unico amore: nonostante avesse ormai quasi trent’anni, infatti, Raimondo non aveva una ragazza; anzi, non aveva mai goduto finora delle gioie del sesso, a parte quelle concessagli dalle mani… già, dalle mani, perché gli servivano entrambe per azionare un batocchio di quella portata. Neanche con le professioniste era mai andato: solo l’idea della faccia che avrebbero fatto davanti alla sua nudità, degli sberleffi con cui lo avrebbero bersagliato, gli faceva accapponare la pelle.
    
    E Trippa era rimasto il suo unico amore, l’unico essere di cui si fidava, l’unico al quale osava mostrarsi nudo, sapendo che mai lo avrebbe preso in giro.
    
    Una mattina, mentre scendeva le scale per andare al lavoro, Raimondo incrociò sulle scale un giovane elegante, moro di capelli, che saliva con una valigetta ventiquattro ore.
    
    “Buongiorno”, lo salutò lo sconosciuto con un sorriso e un cenno della testa.
    
    “Buongiorno”, rispose bruscamente Raimondo, dandogli un’occhiata ...
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