1. ADORABILI CREATURE 3: Gemma e l’amica Lucy


    Data: 22/08/2021, Categorie: 69, Etero Lesbo Sesso di Gruppo Autore: Roca, Fonte: RaccontiMilu

    ... Gemma la convinse a rimanere. Accompagnandola alla porta sussurrai al suo orecchio:
    
    – Dammi mezz’ora, trentacinque minuti, poi ritorna! –
    
    Accennò di sì col capo e uscì. La signora Landi imbarazzatissima si era seduta, mi sedetti di fronte a lei senza parlare. Il suo vestito attillato ma severo doveva nascondere un corpo veramente notevole, sedeva composta ma anche così, quello che potevo vedere delle gambe coperte da calze color carne era bellissimo, le caviglie fini, le cosce modellate dalla gonna stretta erano lunghe. . .
    
    Era più sottile della signora Bolis ma non era magra, il seno che gonfiava il davanti della sua giacchina non aveva le dimensioni di quello della mia amante e neanche di quello della figlia ma si indovinava sodo, dal modo che aveva di tendere la stoffa. Il viso era bello, reso ancora più giovanile dai capelli nerissimi rialzati sul capo, il collo era lungo, liscio, gli occhi di un azzurro chiaro mettevano a disagio.
    
    Vedendosi osservata la signora arrossì nuovamente, infine ruppe il silenzio.
    
    – A cosa pensa giovanotto? – chiese.
    
    Stranamente aveva posto la stessa domanda della signora Bolis quando tutto era cominciato, considerai la cosa di buon auspicio e decisi di giocare subito le mie carte.
    
    – Non se la prenda signora. . . pensavo a suo marito. –
    
    – A mio marito? Perché? –
    
    Gli occhi azzurri si erano piantati nei miei, sostenni il suo sguardo.
    
    – Si, a suo marito! Se avessi una moglie come lei non andrei certo a ...
    ... pescare! ‘
    
    Sorrise imbarazzata. Ero stato sincero, continuai con la stessa sincerità:
    
    – Approfitterei di aver tutta la giornata libera per trascorrerla con mia moglie, anzi non uscirei nemmeno. . . l’amerei in continuazione, capisce cosa intendo? –
    
    Ora sì che era rossa, il che la rendeva straordinariamente desiderabile. Chinò il capo e parlò adagio:
    
    – In principio era proprio così ma poi. . . da qualche anno non mi guarda nemmeno e se mi guarda é come se fossi un soprammobile. –
    
    L’aroma del caff&egrave giunse fino a noi, feci per alzarmi ma lei me lo impedì con un gesto, andò in cucina, udii le tazze tintinnare, ritornò portando un vassoio con la caffettiera, due tazzine, la zuccheriera. . . Versò il caff&egrave senza parlare, mi interrogò con lo sguardo, feci segno che volevo solo un cucchiaino di zucchero, me lo mise sorridendo per la prima volta. Sfiorai la sua mano nel prendere la mia tazzina, mi sembrò di sentirla tremare; girando il suo caff&egrave proseguì assorta come se parlasse a se stessa:
    
    – A volte passano delle settimane senza che mi tocchi, eppure potremmo . . . E le assicuro che faccio di tutto! –
    
    I suoi occhi si erano inumiditi, bevve in fretta il suo caff&egrave e corse in cucina. Finii rapidamente il mio e la raggiunsi portando il vassoio. Mi girava le spalle e china sul lavabo singhiozzava silenziosamente. Nel vedere le sue spalle scosse dal pianto, mi fece pena ma stranamente il sentirla così vulnerabile provocò in me un’erezione ...
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