1. ADORABILI CREATURE 3: Gemma e l’amica Lucy


    Data: 22/08/2021, Categorie: 69, Etero Lesbo Sesso di Gruppo Autore: Roca, Fonte: RaccontiMilu

    ... trovai una scusa per trarre in disparte la signora Bolis, la trascinai nuovamente in camera da letto.
    
    – Gemma, devi lasciarmi sola con la tua amica. Forse c’é una via d’uscita, ma devi andartene per… diciamo mezz’ora! C’é un telefono di là? Aspetta!
    
    Con il cellulare feci il numero di un mio amico che per fortuna era in casa. Gli dissi di chiamare da lì a cinque minuti e di riattaccare appena sentiva sollevare il ricevitore, gli diedi il numero di casa Bolis e riattaccai poi mi rivolsi alla donna che non capiva.
    
    – Appena squilla il telefono, rispondi. Non sentirai nessuno ma tu parla e fai in modo di uscire, trova una scusa, un incidente, una tua parente ammalata, fai tu, hai capito? Ora andiamo di là, prepara il caff&egrave, il t&egrave, quello che vuoi ma non lasciarla andare via! –
    
    – Oh Nico. . . cosa hai in mente? – i suoi occhi erano imploranti.
    
    – Voglio. . . rimanere solo con la tua amica e vedere se mi riesce di. . . portarla a letto, &egrave l’unico modo che abbiamo perché non dica nulla! Ti dispiace? –
    
    – Spiacermi? Magari riuscissi . . . così non potrà più. . . –
    
    Sorrise speranzosa, aveva capito! In sala Lucy aveva ripreso la borsetta che aveva posato entrando e appena ci vide accennò ad avviarsi.
    
    – Vado, ciao cara, arrivederla giovanotto! – la signora Bolis le si parò innanzi.
    
    – Aspetta Lucy, non voglio che sapere che ho un’amante guasti la nostra amicizia! Esco con te, guarda, sono pronta. . .ma prima prendiamo il caff&egrave, ...
    ... vuoi?-
    
    Con un sospiro di sollievo vidi che la signora posava nuovamente la borsetta. Tolsi dalle poltrone e dal divano i miei indumenti sparsi alla rinfusa mentre la mia amante si affannava in cucina con la macchinetta espresso. La signora mi guardava severa, feci finta di non notare il suo sguardo.
    
    – Non mi sono presentato, mi chiamo Andreis, Nicola Andreis. –
    
    Arrossì ma poi strinse la mia mano accennando ad un sorriso a metà.
    
    – Landi, piacere. . . –
    
    – Il piacere é mio signora. Lucy sta per Lucilla? – chiesi.
    
    – No, il mio nome é Lucienne, sono francese. Sono venuta in Italia da ragazza, in vacanza ho incontrato qui mio marito e. . . sono rimasta. –
    
    Ora mi spiegavo la cadenza singolare che conferiva a tutto quello che diceva un che di esotico, di affascinante. Entrò la signora Bolis, in quel mentre squillò il telefono, sollevò il ricevitore. . . E qui, non potei fare a meno di ammirare il modo in cui si comportò:
    
    – Mamma? Cosa. . . sei rimasta chiusa fuori? Certo che ho le tue chiavi, lo sai, te le porto? Ma sei dall’altra parte della città. . . certo che te le porto ma ci vorrà una mezz’ora, si, contaci. . .sotto casa, certo, ciao. – riattaccò poi si rivolse all’amica.
    
    – Era la mamma, ha chiuso la porta dimenticando le chiavi sul tavolo, devo andare! No, tu rimani, il caff&egrave sta per bollire, fra un’oretta sarò di ritorno. Nico ti farà compagnia. Forse dopo che l’avrai conosciuto sarai meno severa con me. –
    
    La signora Landi voleva andare con lei, ma ...
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