1. Ospitare il figlio della vicina?


    Data: 13/08/2021, Categorie: Autoerotismo Etero Autore: Viktorie, Fonte: RaccontiMilu

    ... questa missione notturna sul terrazzo… Non devo pensarci, non devo pensarci! “… Ci vedo meglio perché avevo gli occhi abituati al buio.” Rispondo, e taglio corto poggiandogli la mano sulla maniglia della porta finestra. L’improvvisa frenata lo fa schiacciare contro di me, sento il suo corpo aderire al mio per un istante, il bacino contro il mio sedere, le mani sulle scapole…
    
    Un altro brivido intenso, mi chiedo come sia un giovane cosi, a letto. Molto tempo, dall’ultima volta a letto con un ‘ragazzino’ simile, molto, molto tempo. Praticamente lo ero anche io!
    
    “avete un allarme?” Chiedo distraendomi e spostandomi.
    
    “non lo inseriamo mai quando siamo a casa, siamo all’ultimo piano!” Risponde lui, con sicurezza, facendo per entrare.
    
    Ovviamente le porte sono chiuse. Immaginavo che sicuro di risolvere il problema solo passando da casa mia contasse o sapesse che qualche porta fosse aperta.
    
    “tu immaginavi che tutto fosse chiuso a chiave per bene, e sei venuto da me a svegliarmi?” chiedo a denti stretti.
    
    Lui gesticola nel buio di fronte a me, impanicato. “… Si! Ma mia mamma mi uccide se non torno a casa la sera, speravo che fosse aperto qualcosa, ma mio padre chiude sempre tutto!”
    
    Ringhio sommessamente, come un gatto irritato. “Svegliata alle 4 di mattina da uno che sperava contro ogni possibilità di entrare a casa, renditi conto, io ero nel letto a sognare!”
    
    Sorride, l’idiota. “a sognare con il cordless a vibrazione?”
    
    Nella notte, dalla cime del palazzo, ...
    ... echeggia un discreto rumore di schiaffo sulla nuca.
    
    Sorrido, porgendogli la mano calda. Massaggiandosi il collo, uggiola. “e adesso?”
    
    “adesso andiamo in casa, prima che quel cagnetto isterico che avete si metta ad abbaiare.” Facciamo il percorso a rovescia, mi premuro poco di segnalargli ogni ostacolo, sono troppo irritata, e sarà la strafottenza, la corsetta notturna… Anche parecchio su di giri. Me ne accorgo saltando di nuovo il muretto, di come il mio inguine sia intrigato dal momento…
    
    “vado a suonare a casa, mi prenderò la lavata di capo…”sospira, afflitto, una volta in casa. Provo un moto di simpatia per questo ragazzotto imbecille, colpevole di aver infranto un coprifuoco della madre.
    
    “non puoi dormire in auto? I tuoi non sapranno mai a che ora sei tornato. Puoi dire che non avevi le chiavi, ma per non svegliarli, non hai suonato…”
    
    Scuote la testa sconsolato. “…il mio rientro era ad un’ora per cui non avrebbero fatto storie se avessi suonato…”
    
    Mi mordo un labbro polposo. Vero, ricordo anche io i coprifuoco di mia madre, e il violarli. Ma violarli di poco era una ramanzina blanda, nessun disturbo reale. Mezzanotte e mezza e non mezzanotte spaccata, al massimo mia madre in camicia da notte anziché in vestaglia. Mio padre che doveva alzarsi dal letto e non era sul divano… Niente di eclatante, comunque. Ma a casa molto dopo, ovviamente, voleva essere nel torto e basta.
    
    “facciamo così” mi sento dire senza riconoscermi nelle parole “Tu dormi qui. Domani puoi ...
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