1. Non posso farne a meno


    Data: 12/08/2021, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... sennonché uno sguardo, uno soltanto a dire il vero, per il fatto che durò per un tempo impreciso e indefinito, perché si ritrovassero uno nelle braccia dell’altro, con quelle labbra che si schiudevano amabilmente sotto la sollecitazione e lo stimolo innato della carne d’entrambi. Prima che se ne rendessero conto, lì, su quella panchetta le loro mani s’inseguivano frugandosi, mettendo in mostra quella naturale complicità, quella partecipazione e tutta quella passione giammai placata né sopita dal tempo. Quelle di lui nel frattempo, penetravano amabilmente nella sua scollatura, dove la schiena era alla portata delle sue carezze, a tal punto libera da ogni indumento, dato che la pelle era liscia e calda visto che si lasciava accarezzare. Dalla schiena lui passò ai fianchi fino a toccare i seni: eccoli qui, ripeté a sé stesso, mentre l’ardore consumava vivamente le loro anime, in quell’istante il suo cuore quasi si fermò. Accarezzò i dolci pendii che ritrovò splendidi nel suo ricordo reale, mentre quei capezzoli formosi gli chiedevano soltanto d’essere manipolati e stuzzicati.
    
    Lei abilmente con la lingua girovagava autonoma su quell’epidermide tanto adorata: piccoli colpi, dolci, che assaggiavano le fattezze di quel viso che pensava d’aver dimenticato e persino seppellito nei meandri della sua memoria. Al momento era già scesa l’oscurità: la panchetta era esattamente situata a meraviglia nella sagoma scura della notte, poiché il lampione era completamento spento, adesso loro ...
    ... due erano lì da soli, il mare a due passi e nessuno in giro, davvero una perfetta notte di rimembranze da riportare in superficie, poiché niente e nessuno adesso poteva fermarli. Con mani sapienti lui s’introdusse tra le sue cosce, in quanto non trovò nessuna resistenza, anzi, le carni s’aprivano al passaggio delle sue dita che incapparono prestissimo nelle mutandine della regina, la sua regina.
    
    I baci si fecero più accaniti e appassionati, staccandosi e riprendendosi in un attimo a cercarsi, giammai soddisfatti del loro contatto. Lui iniziò ad accarezzarla attraverso la stoffa, le sue gambe erano ormai divaricate sopra di quelle di lui, lei drasticamente dimessa, interamente arresa, però ben predisposta a ospitarlo rendendogli piacere nella stessa misura. Lui captava chiaramente la stoffa bagnarsi a ogni sua carezza e delirava di desiderio, poiché avrebbe voluto possederla lì, subito, però voleva godersi ogni attimo di quel momento sperato per troppo tempo. La sua mano si collocò sulla sua e lo guidò nel movimento sul suo sesso: a ogni carezza lei aveva un sussulto mentre lo implorava d’introdursi all’interno: no, non era giunto il momento.
    
    Lui capì di possedere una capacità notevole, quella dell’attesa, del saper aspettare per poter poi esplodere sfogandosi in tutta la sua completezza con lei. Attese perciò ancora, continuando a sfiorarle il sesso attraverso la stoffa, lei gemeva ed era conscia che il suo orgasmo l’avrebbe raggiunta in pochi attimi, sbottonò i suoi ...