1. Dietro la lente fotografica


    Data: 03/08/2021, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Viktorie, Fonte: RaccontiMilu

    “non pensarci” diceva una parte della sua mente, mentre fissava il soffitto della stanza d’albergo “&egrave successo e basta, non ti arrovellare sul come o il perché”.
    
    Già, facile a dirsi, o a pensarsi, ma all’atto pratico, non gli riusciva. Era uscito come tutte le mattine di lavoro, cautamente ottimista di portare a casa un risultato decente, un lavoretto di modesta portata ma onesto e ben curato.
    
    Non tutti nascono o divengono grandi fotografi, e per ora (il ‘per ora’ ci teneva sempre a specificarlo per scaramanzia) a lui non era ancora capitata la grande occasione. Portava avanti la sua passione a metà tempo, professionalmente, con attenzione, nel suo piccolo, alla fine, era un bravo mestierante.
    
    “faccio del mio meglio, e questo ha già una dignità” diceva con un sorriso le poche volte che qualcuna di quelle bellezze si dimostrava minimamente interessata all’uomo dietro l’obbiettivo. “lavoro, mi mantengo con ciò che amo, nella sua modesta portata”.
    
    Era fatto cosi. Innocuo. Come molti altri, lavorava in tutto quel mondo dell’immagine che non ha grandi nomi eppure esiste. Le fotografie delle pubblicità, dei cartelloni, dei volantini, dei cataloghi, qualcuno di anonimo le scatta, qualcuno di anonimo le impagina, qualcuno di anonimo viene fotografato.
    
    Eppure quella modella, quell’abito, porterà ad una scelta, una preferenza, verrà visto da tutti… Molto più di lui. Lui non era un Grande Fotografo Famoso. Lui non era un principiante. L’uomo dietro l’obbiettivo ...
    ... era modesto, cortese, poco calcolato dalla massa di modelli, modelle, oggetti, animali, case, che gli passavano davanti.
    
    Non era nessuno con cui flirtare, ammiccare, scopare per un lavoro, una raccomandazione o altro. Non era nessuno con cui litigare, discutere, odiare. Innocuo.
    
    E così a fine lavoro, saluti cortesi, e nessuna delle persone con cui aveva passato l’intera giornata, di fatto, si ricordava di lui.
    
    “mangi qui, o conosci un posto?” era stata la prima frase che lei gli aveva rivolto quando bello studio fotografico avevano chiamato un paio di tecnici per la pausa pranzo.
    
    Lui si era riscosso dal passare gli scatti sullo schermo per controllare un paio di luci, e l’aveva guardata.
    
    Voglio dire, diversamente da quanto stava facendo dietro le sue lenti fotografiche da ore.
    
    Lei lo guardava sorridendo, sistemandosi i capelli neri in un codino alto, il costume da bagno del photoset intuibile sotto la camicetta rosso scuro e sopra due seni sodi. Garbatamente lei attese un istante prima di ripetere la domanda, le labbra rosso vermiglio come da esigenze di trucco.
    
    “Jesť tu, alebo viete ak’koľvek miestny?” chiese lei, con una lieve titubanza nella voce. Lui ne fu sorpreso e deliziato. Non sentiva la sua lingua da molto tempo.
    
    “era da una vita che non sentivo…” balbettò lui, mentre lei metteva le mani nei jeans attillati. Le maniche arrotolate, una sua alzata di spalle, la facevano sembrare terribilmente sensuale e così ordinaria.
    
    “spero che la mia ...
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