1. Un debito risolto


    Data: 02/08/2021, Autore: key-d, Fonte: RaccontiMilu

    ... perfetto.
    
    Mossi un po’ di carte, tanto per far vedere che stavo facendo qualcosa.
    
    “Non lo so, forse non è una buona idea…” dissi sperando che non si alzasse e dicesse, “bene allora facciamo a rate, ciao”.
    
    “A me pareva buona, tanto non lo viene a sapere nessuno. In fondo rischio più io di te”.
    
    “Passo a prenderti, dopo sull’organizzazione della serata vediamo…”
    
    “Ok, sette e mezzo…” e mi disse un posto, ben lontano da casa sua.
    
    Per prima cosa prenotai un bel ristorantino in collina, panoramico e molto inn. Pensai di andare dal barbiere ma era ridicolo, alla mattina mi vede con i capelli lunghi e alla sera tosato, no, niente barbiere. Via dalla banca, nel pomeriggio, mi sono preso una camicia nuova, e calzini. Cos’altro poteva servimi?
    
    Mi preparai, jeans buoni, camicia nuova senza canottiera che fa sfigato, giacca casual, senza cravatta, un giaccone per il freddo; sciarpetta, foulard, ma no, meglio niente, è solo un impaccio. L’auto non è granchè, niente spider, solo una monovolume comoda per portare sci, bici, ecc.
    
    Alle sette e qualcosa sono già nella zona stabilita, molto agitato, ma lei ovviamente non c’è e io non voglio fare quello che arriva mezz’ora prima, vado via, faccio un giro, ripasso ai 25.
    
    Arriva con buoni 20 minuti di ritardo e mi dice, “scendi che prima dobbiamo farci l’aperitivo”.
    
    Ha il cappottino di stamattina, ma scarpe basse, nere, da collegiale e una gonna appena sopra il ginocchio che il cappotto nasconde, e calze colorate. ...
    ... Sembra ancora più giovane dei suoi 25 anni e tuttosommato non mi fa piacere, perché come coppia ci facciamo notare.
    
    Beviamo due franciacorta nel classico bar degli aperitivi, dove sono di casa e mi sembra che le bariste mi guardino strano, ma forse è solo una mia paranoia.
    
    “Andiamo che ci aspettano per la cena, abbiamo 20 minuti di strada”, così lasciamo il bar dove al suo fianco non ero a mio agio.
    
    L’abitacolo della macchina si riempì del suo profumo e mi chiese di parlare di me, della mia vita, i miei hobby (“in fondo ci conosciamo da tanto e non sappiamo niente l’uno dell’altra”). Io le chiesi di raccontarmi del viaggio a Valencia e Barcellona e pensavo a cosa avremmo detto a cena se ci raccontavamo già tutto adesso.
    
    Il ristorante non si smentì: una cena di alcuni uomini d’affari, alcune coppiette. Un prosecco all’ingresso, un menù di pesce quantomai ricercato, una fresca bottiglia di malvasia istriana ad accompagnarci. Dal viaggio in Spagna si passò a quello a Londra per perferzionare l’inglese, quello con il suo ex in Canada e USA (e adesso, ce l’hai il ragazzo, chissà? Ma una così, figurarsi…). Anch’io qualche viaggio me lo sono fatto, anche se non sono altrettanto bravo a raccontarli. Due parole sulle studio, la sua famiglia, il fratello, la sorella più piccola, e la cena filò via liscia, senza nessun accenno al dopo e nessuna intimità. Una delle altre coppiette festeggiava il compleanno di lei e prosecco e torta vennero offerti a tutti i tavoli, così brindammo ...