1. Buon Natale un cazzo


    Data: 27/07/2021, Categorie: Autoerotismo Cuckold Dominazione / BDSM Etero Sensazioni Tradimenti Sesso di Gruppo Voyeur Autore: Mr.Goodbye, Fonte: RaccontiMilu

    ... pacco ti giuro che prima mi scopo la tua morosa, poi il tuo culo.”
    
    “Promessa o minaccia?”
    
    “Ti amo anche io.”
    
    Ricordo che a cena al sushi eravamo arrivati già sbronzi e, non paghi, siamo andati avanti a bere. Asahi. Si scrive così? Dall’alto del mio tasso alcolemico non me lo ricordo. E poi chi cazzo se ne frega di come scrive. E saké. Dio abbia in gloria chi ha inventato il saké. Voglio saké al posto del sangue. Proprio come Tom Cruise ne “L’ultimo Samurai.”
    
    Tanto, fottuto, Saké.
    
    Usciamo dal sushi urlando “Sakééééééé!!!” come due cretini senza rimedio. La gente ci guarda come se fossimo due alieni. Alieni con una condotta deplorevole, ovviamente.
    
    Alla messa di Natale eravamo fradici, ma lo Spirito (Alcolico) Santo era dalla nostra parte e siamo stati bravissimi, senza nessuna cazzata.
    
    La nostra bella ora di chiesa ha l’unico pregio di regalarci un momento di sobrietà e rimetterci in carreggiata. Ho presino la faccia di andare a confessarmi, ma non di recitare i mille Padre Nostro di penitenza. Perdonami Dio, abbiamo tanto di cui discutere davanti a un americano dal mio amico Yuri, metti anche questo sul conto.
    
    Si esce come un branco di pecore. Attraversiamo la Piazza. Risaliamo il corso. Ci infiliamo nel cortile della Vineria. Non c’è praticamente più nessuno. Sta chiudendo. Quando ci vedono arrivare i ragazzi che lo gestiscono non sono molto contenti. Anzi. Ci accolgono con una freddezza che fa concorrenza alla temperatura esterna.
    
    “Tranquilli” ...
    ... gli dico alzando le mani in segno di resa, “Prendiamo due bocce di vino, tre bicchieri e ci mettiamo fuori.”
    
    Il ragazzo alla cassa quasi sorride, ben lieto di incassare i nostri cazzo di soldi senza far straordinari.
    
    Ne paghiamo una io e uno mio fratello.
    
    Il Pedro non si vede. Guardo l’ora nel telefono. Un’altra notifica dalla donna. Non ho veramente voglia di risponderle. Per un attimo penso al culo della sorella di Yuri. Quello sì che è un culo, cazzo. Se ne vedono pochi come quello in giro.
    
    Intanto beviamo, ci raccontiamo cazzate, e beviamo. L’ho già detto che beviamo. Siamo sbronzi. Io sono rallentato. Il mondo è fottutamente più veloce di me.
    
    Sono le due (credo) quando mi rompo il cazzo e chiamo il Pedro. Detto così sembra facile, ma non lo è. Sbloccare il telefono è un’impresa. Trovare la rubrica ancora peggio. A momento mi cade il telefono dalle mani. Alla fine ce la faccio.
    
    Tre squilli.
    
    “Dove. Cazzo. Sei.”
    
    “Mi sto facendo fare un bocchino da tua madre.”
    
    Buon Natale un cazzo. Sento la sua voce lenta, trascinata, impastata.
    
    “Adesso ti vengo a prendere e ti ammazzo.”
    
    “Perché? Pensi che tua madre non facesse bocchini a tuo padre?”
    
    “Che cazzo c’entra? Non mi mancare di rispetto.”
    
    “Stai calmo bro, sto arrivando.”
    
    “Quando arrivi ti gonfio.”
    
    Quando arriva siamo rimasti io, mio fratello, una bottilia di vino e una coppietta a un tavolino tutta carina, vicina, intima. Fa un freddo infame. O forse dovrei dire che lo sentirei se avessi ...
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