1. Storia di discoteca


    Data: 12/06/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69

    ... culo".
    
    Quello, obbediente, puntò l'enorme nerchia su quella minuscola apertura, resa ancora più piccola dalla paura che stava provando.
    
    "Sfondalo, sfondalo, dai... un colpo solo".
    
    Dette una spinta fortissima ma solo una metà del membro riuscì ad entrare. Il ragazzo urlò ma l'urlo gli si spezzò in gola quando una seconda spinta fece sprofondare tutto dentro di lui. Subito fu scopato duramente, senza tregua. Colpo su colpo.
    
    "Bravo, si, così, dai, dai" gli gridava il padrone mentre dal ragazzo uscivano solo gemiti e lacrime. La cosa durò un bel po' di minuti. Un tempo relativamente breve ma sarebbe stato veramente troppo per chiunque. Quando il buco del culetto fu completamente sfasciato e non opponeva più alcuna resistenza, le spinte aumentarono di intensità assieme allo sforzo del bestione che non ce la fece più e, scattando con la testa all'indietro, esplose dentro quella caverna più e più volte. "Ti sbor...ro den...tro, zoc...co...la". Tanti densi schizzi di sborra riempirono la pancia della vittima. Quindi si lasciò andare sulla sua schiena, facendogli sentire tutto il pelo del suo petto ansimante.
    
    Il ragazzo, con gli occhi ottenebrati dalle lacrime, vide che il cazzo del padrone aveva raggiunto una dimensione incredibile. Saranno stati quasi 30 centimetri di dura carne. La pugnetta che si stava tirando, davanti a quella scena, ora andava ad alta velocità e il giovane sperò che si limitasse a sborrargli in faccia.
    
    "Bravo, sei stato veramente bravo. Me ...
    ... l'hai preparato per bene. Aperto e pieno di sborra che mi farà da lubrificante. Adesso lascialo a me".
    
    Bruno uscì lentamente, quasi con una delicatezza imprevista dopo quello che gli aveva fatto e, quando la cappella liberò l'ano, si sentì un "plop" e un vomito di sperma la seguì e colò lungo i peli della gamba della vittima di quello stupro.
    
    Immediatamente, però, arrivò la cappella del padrone, lucida di presperma. Senza alcuna delicatezza, quel cazzo da cavallo sprofondò per intero dentro l'umida voragine. Per fortuna la scopata durò poco e presto un'altra incredibile sborrata si mescolò alla precedente.
    
    "Ti ho farcito per bene, lurido frocetto. Sarai contento". Poi si chinò avvicinando il suo viso e cercò di asciugare i segni delle lacrime e, quasi a scusarsi (forse con se stesso), "Tu capisci: col cazzo che mi ritrovo devo per forza far allargare i buchi prima di prendermeli. Sono costretto".
    
    Si ricompose mentre il ragazzo era rimasto appiattito sul bracciolo della poltrona, con le gambe pendenti ed il culo oscenamente aperto e fradicio di sborra, che usciva a cascata. "Io me ne vado. Pensaci tu", disse a Bruno, ed uscì.
    
    A quel punto il buttafuori fece rialzare il giovane. "Come ti senti? Riesci a stare in piedi?". Qualche secondo perché si riprendesse un po' e poi "Vieni in bagno a ripulirti" e, sostenendolo, lo accompagnò dietro una porta. C'era un grande ed elegante bagno: tutto in marmo e fornito anche di doccia e vasca idromassaggio. Lo fece sedere sul ...