1. Cos’hai da perdere?


    Data: 10/06/2021, Categorie: Etero Autore: tigrottina, Fonte: RaccontiMilu

    ... avendo una cotta per me. Perché con Thomas no? E’ l’unico che sembra sano di mente!”.
    
    “Proprio per questo… tu mi piaci, ma la cosa non &egrave ricambiata. Lui potrebbe piacermi, sulla carta &egrave perfetto. Che succederebbe se mi invaghissi e, per qualche motivo, a lui non accadesse la stessa cosa?”.
    
    “Poi sarei io l’esperto di seghe mentali… ma che tuffi carpiati fai? Esci solo con gentaglia della quale non potresti mai innamorarti per evitare di renderti vulnerabile?”.
    
    “In un certo senso. Ero innamorata di Laurent e a lui non importava. Sono innamorata di te e a te non importa. Non voglio rischiare un’altra mazzata”.
    
    “Laurent ti amava, poi &egrave cambiato. Ma non può aver finto per dieci anni. Succede di percorrere un tratto di strada insieme e poi accorgersi che si vuol svoltare in direzioni opposte, ma questo non cancella il percorso fatto sino ad allora. E non sei innamorata di me, al massimo sei infatuata, &egrave diverso. I ragazzi che hai intorno, o sono gay, o sono uomini delle tue amiche, o sono morti di figa che acconsentirebbero a tutto pur di portarti a letto. In me vedi un ideale, l’unica persona che ti tiene testa, che non teme di discutere e di contraddirti proprio perché non ha secondi fini. Un rapporto alla pari, qualcuno col quale confrontarti. Non vuoi ME, vuoi qualcuno COME me, &egrave diverso”.
    
    “E tu che ne sai, Freud?”.
    
    “Non mi conosci abbastanza per poter dire di volere ME. Avrai una cotta, sarai invaghita, ma l’amore &egrave altro, ...
    ... non può essere rivolto verso un’idea nella tua testa, &egrave qualcosa che devi costruire sporcandoti le mani. E, chi lo sa, Thomas potrebbe aiutarti a farlo”.
    
    “Secondo te dovrei accettare, insomma”.
    
    “Se ci esci, magari non scatta nulla, lui smetterà di frequentare la tua città e il tuo bar e non lo rivedrai più. Se non ci esci, si stuferà di aspettarti e non lo vedrai più comunque. Cos’hai da perdere?”.
    
    Col senno di poi, nulla. Anzi.
    
    Tornai in sala titubante, accettai l’invito di Thomas con una confusione nella testa che mi accompagnò sino al weekend, il mio primo turno di riposo e giorno stabilito per l’uscita. Ero agitata quella domenica, speravo che tutto fosse perfetto. Non so neppure perché mi sentissi così. Curai il mio aspetto nei minimi dettagli, qualcosa che non faccio mai. Studiai persino espressioni e inflessioni della voce, come quelle oche che si vedono prepararsi davanti allo specchio nelle commedie americane. Se avessi potuto vedermi dall’esterno, probabilmente avrei riso di me stessa. Ma non riuscivo a pensare a un modo migliore per attenuare la mia insolita ansia. Non potevo certo controllare il tempo, evitare che venissimo sorpresi da un acquazzone. Non potevo controllare Thomas per evitare si comportasse da idiota rovinando l’immagine che mi ero costruita di lui. Ma potevo controllare me, appunto, essere perfetta, rappresentare ciò che auspicavo per quella serata.
    
    “Stai benissimo. Ma fai un respiro profondo e rilassati, non sei onnipotente e ...