1. Cos’hai da perdere?


    Data: 10/06/2021, Categorie: Etero Autore: tigrottina, Fonte: RaccontiMilu

    Dopo una lunga assenza, eccomi qui con l’ultima parte della mia storia. Come sempre, inizio ringraziando il mio angelo iprimipassi per aver rivisto e corretto la mia bozza. Senza di lui, non sarei mai riuscita a raccontarmi e, probabilmente, oggi non sarei così felice.
    
    “Cos’hai da perdere?”.
    
    Quella fu la frase che diede inizio a tutto. All’apparenza una frase fatta, parole banali dette per chiudere un discorso, parole che ognuno avrà sentito pronunciare mille volte. Ma parole che da quella bocca escono di rado e, proprio per questo, parole alle quali decisi di dare ascolto.
    
    L’avventura di una sera col poeta misterioso restò un unicum nella mia vita. Fu il solo, a parte Laurent, al quale concessi il mio corpo. Dopo di allora, qualche appuntamento, qualche brivido, al massimo qualche bacio. Nulla di più, nessuno che fosse riuscito a coinvolgermi sul serio. Tranne chi quelle parole le pronunciò. Qualcuno che riusciva a capirmi, a farmi guardare dentro me stessa. Qualcuno che mi piaceva, mi piaceva sul serio. Ma che mi vedeva, considerava e trattava come un’amica e nulla più.
    
    “Cos’hai da perdere?”. Me lo scrisse una sera di un paio d’anni fa, durante una pausa a lavoro, mentre parlavamo di un cliente che da settimane frequentava il bar. La prima volta ci capitò per caso, e già quel giorno non potei non notare i suoi occhi estasiati su di me. Ci tornò il giorno successivo, e quello dopo ancora. Senza mai forzare la mano, la confidenza tra noi nacque e crebbe settimana ...
    ... dopo settimana. Era simpatico, gentile, colto, brillante, un ragazzo a posto e decisamente carino. Eppure titubai quando, quella sera, mi chiese di uscire. Farfugliai qualcosa circa l’enorme carico di lavoro di quei giorni, e schizzai goffamente nel retro.
    
    “Non ho rifiutato, ma non sapevo cosa rispondere. Mi ha spiazzato”, digitai sullo smartphone.
    
    “Spiazzato? Questo non &egrave neppure della tua città, viene lì ogni giorno, ordina mezzo menu pur di passare del tempo con te, e ti meravigli se ti chiede di uscire? Dici sul serio?”, rispose col suo consueto, irritante sarcasmo.
    
    “No, certo… potevo aspettarmelo, ma… non so che fare”.
    
    “Ti conviene decidere in fretta, o, a furia di dolci della casa, fra un po’ non passerà neanche più dalla porta. Resterà lì finché demolitore non vi separi”.
    
    “Ti diverti, vero?”.
    
    “Parecchio, si. Ma mi spieghi qual &egrave il problema? Sei uscita con un po’ di ragazzi. Poi &egrave finita di merda, ma almeno ci hai provato”.
    
    “Non mi sembra corretto uscire con qualcuno se ho te in testa”.
    
    “E il professorone del mese scorso? Il vanesio? Il palestrato di quest’inverno?”.
    
    “Sarà che non ricordi i nomi, ma di aggettivi non te ne sfugge uno!”.
    
    “Oh, dai, come posso dimenticare il tizio che sproloquiava dell’etimologia di ogni singola parola che pronunciavi, o quello che ti consigliava le creme idratanti più adatte per la tua pelle… &egrave un freak show l’album dei tuoi corteggiatori. Comunque, sei uscita con più di qualcuno, pur ...
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