1. Notte di follia incestuosa


    Data: 28/05/2021, Categorie: Incesti Autore: rococo, Fonte: RaccontiMilu

    ... studiato, non era fattibile: non eravamo soli in casa e avevo il terrore tremendo di venir scoperto. Spiarla dal buco della serratura, come nei film di Pierino, neanche da prendere in considerazione. Non si vedeva un tubo.
    
    Una notte, doveva essere l’una passata, torno a casa e scopro le luci accese. Eravamo soli. Vedo i panni in camera sua poggiati sul letto e intuisco che è in bagno. Sento l’acqua della doccia che scende e la sento muovere.
    
    Il mio respiro si fa pesante. Quasi mi appoggio sulla porta del bagno. Vorrei smaterializzarmi e comparire oltre di essa. Vorrei entrare lì dentro e aiutarla nella doccia, insaponarla, toccarla dappertutto.
    
    Sospiro forte e me ne vado in camera. Ho il cazzo duro. Non ce la faccio più. Non credo di averlo mai più avuto così tosto come quella notte. Sembrava di marmo. Lo tasto e lo tocco da sopra il pigiama, mi fa male. Pulsa. Vibra.
    
    Penso a come andare a spiarla appena esce dal bagno. Voglio vederla che si sfila l’accappatoio e si mette la camicia da notte corta, quella celeste un po’ trasparente. Sento che lo devo fare poiché non reggo più la pressione. Stanotte la voglio vedere, la debbo vedere nuda. Le voglio vedere i seni e il culo. E, magari con un po’ di fortuna, la fica. Come sarà? Pelosa?
    
    Attendo in cucina che esca. Sento chiudere l’acqua e un fruscio di asciugamani. Quando la porta si apre ho un sussulto. Sento il profumo del bagnoschiuma e degli aromi da bagno. Non mi muovo.
    
    La luce in corridoio si spegne e si ...
    ... accende in lontananza quella della sua camera. Una vecchia camera umile, modesta, col lettone vecchi tempi.
    
    Non penso ad altro. Voglio solo vederla senza niente addosso. Aspetto da anni questo momento, da quando ero un bambino. Aspetto un paio di minuti e mi muovo furtivo. Sono scalzo. In pigiama. Mi avvicino al buio.
    
    La camera è socchiusa, come d’abitudine da noi, e io ‘ preso il coraggio a due mani ‘ poggio la mano sulla porta per aprirla appena un po’. So che devo farlo, adesso o mai più.
    
    Mia madre è davanti al grande specchio e si asciuga i capelli. Non ha usato il phon per non svegliarmi, sicuramente. Indossa l’accappatoio giallo, che è aperto sul davanti, ma da qui non vedo niente!
    
    Il sangue mi batte sulle tempie, mai provato nulla di simile. Mi appoggio alla porta. Il desiderio mi annebbia la mente. La porta scricchiola lievemente. Lei mi chiama dolcemente per vedere se sono io.
    
    Respiro forte ma non rispondo. Lei fa spallucce e riprende a spazzolarsi. Sta per andare a letto. Tra qualche attimo si toglierà tutto per indossare la camicia da notte. E’ il momento, ora o mai più.
    
    Così entro. Di colpo, con naturalezza. Non so da chi presi il coraggio. Ma non potevo più farne a meno. Lei si stringe l’accappatoio e mi guarda insospettita dallo specchio.
    
    ‘Sei tu’? Ti ho chiamato prima!’
    
    Le vado alle spalle.
    
    ‘Che hai? Ti senti male?’
    
    Il tono di voce gentile, il profumo. La stringo da dietro. Forte. Lei rimane interdetta, paralizzata. Apre la bocca e ...
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