1. IN BALIA DI LUI


    Data: 02/05/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Albachiara, Fonte: RaccontiMilu

    ... piegarmi fino a farmi strisciare. “Mio Signore, ti chiedo umilmente di togliere la cera dalla pella della tua umile e devota schiava con la frusta.”
    
    “E dimmi mia devota schiava” ti rivolgi a me scandendo lentamente una ad una queste parole in maniera sarcastica, e l’effetto su di me &egrave un brivido che cerco di mascherare “cosa sei disposta a donarmi di te?”
    
    Mi sento sua anche se non vorrei essere così vulnerabile nelle mani di qualcun altro…mi sembra di ritornare neonata e dipendere in tutto e per tutto da altre mani, che allora erano premurose ed amorevoli, ora sono determinate a ricavare tutto il piacere che la situazione può dare al loro proprietario, indipendentemente dal supplizio che dovrò sopportare io.
    
    Le parole mi escono con la furia di un uragano, senza argini a mediarle né controllarle, come un peso insopportabile, gravato troppo a lungo. “Sono a tua disposizione totale ed incondizionata, mio Signore. Sei il Padrone indiscusso del mio corpo e della mia mente. Puoi disporre di me a tuo completo piacimento, non sono altro che uno strumento fra le tue mani per farti divertire, per darti piacere”. Il mio istinto ha prevaricato sulla mia ragione, esponendomi ancora di più a te.’
    
    Mentre sto ancora parlando, la frusta morde i miei capezzoli bordeaux e sensibili e le lacrime continuano la loro discesa, copiose. Vorrei supplicarti di smetterla, ma dopo l’ammissione appena fatta non ne ho il coraggio. Così ci pensa il mio corpo a risolvere la situazione…il ...
    ... busto si inclina all’indietro facendomi arretrare e cercando di sottrarsi a ulteriori colpi. Ti fermi e pronunci duro: “Solleva il volto e guardami negli occhi”. Ubbidisco, rossa in viso, dispiaciuta come una bimba ripresa dalla maestra, sollevo timidamente lo sguardo incerto, ad incrociare il tuo spavaldo. Mi mordo le labbra e attendo le tue parole, che non arrivano mai, sembra che passi una vita mentre sono studiata dai tuoi occhi penetranti. “Non voglio che ti sottrai, offriti al tuo Padrone!” Mi sento morire perché ho ampiamente superato il mio limite di dolore fisico, il mio unico desiderio &egrave di dare sollievo alle mie carni brucianti, ma non coincide con il tuo. Stoicamente butto il petto in fuori e tra calde lacrime offro i miei seni alla tua impietosa frusta, riabbassando gli occhi colgo il tuo sorriso sadico.
    
    Non ho più dignità, le lacrime non sono più silenziose, i singhiozzi squassano il mio corpo e comincio a supplicarti una tregua. La tregua arriva, ma altro non &egrave che la calma prima della tempesta.
    
    “Vai a farti una doccia, poi ridatti un contegno, torna qui e resta inginocchiata a capo chino fino al mio ritorno.”
    
    L’acqua scroscia fresca e purificatrice sulla mia pelle febbricitante, portando sollievo al dolore e lavando via quella che credo essere la più grande umiliazione mai subita. Un pianto dirotto mi fa scaricare la tensione, complice la solitudine e il dolce massaggio dell’acqua, dopo non molto mi calmo e mi ritrovo a meditare sul mio ...
«12...678...»