1. Scoperta dall'aiutante del bagnino e mi tratta come una ladra puttanella


    Data: 18/04/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: pamyzi1, Fonte: Annunci69

    ... certo. Avrei fatto leva sui suoi sentimenti, avrei mosso alla commozione il ruvido cuore del signor Ranieri.
    
    Così, profondamente contrita, mi gettai ai suoi piedi e iniziai a invocare la sua clemenza tra i singhiozzi.
    
    - La scongiuro signor Ranieri, non chiami la Polizia, mi risparmi la punizione del carcere e il castigo dei miei genitori. La prego sia buono, non mi rovini. Piuttosto mi punisca lei, mi dia modo di riparare il danno, di espiare il mio errore. Scelga lei una pena giusta e adeguata. Mi aiuti! So di aver sbagliato, ma abbia pietà di me. -
    
    Restò in un silenzio pensoso per un lungo momento, le mascelle nervosamente serrate, le vene gonfie e pulsanti sul collo.
    
    Col volto rigato di lacrime anch'io tacevo guardandolo implorante, sperando ardentemente di far breccia nella ruvida scorza del suo animo.
    
    - E sia! – disse – Può essere che per una sudicia troietta come te, sia più utile una salutare punizione che affidarti alla Legge. -
    
    Ebbi un motto interiore di esultanza: - Grazieee! Grazie di cuore signor Ranieri, non se ne pentirà. Per sdebitarmi farò ciò che desidera, sarò servizievole: chiuderò ombrelloni e sdraio a fine giornata, al mattino passerò il rastrello per pulire l'arenile, spazzerò la sabbia dalle assi dei camminamenti e le renderò lustro questo casotto disadorno. -
    
    Aveva un'aria divertita. Ma di un buon umore tenebroso e poco rassicurante.
    
    Con un sarcasmo maligno nella voce, disse: - Non credo che abbiamo la stessa idea del come ...
    ... espiare la tua colpa. - Seguì una risata cattiva.
    
    Venne in avanti: con un gesto busco, fece scivolare le bretelle del vestito, agguantò la stoffa e la tirò verso il basso scoprendomi le tette, il tessuto si afflosciò ai miei piedi. Guardò compiaciuto il volume e la plasticità del seno, increspò le labbra soddisfatto.
    
    Con due schiaffi secchi all'interno delle cosce, mi fece divaricare le gambe, fece due passi indietro e restò in silenzio a osservarmi: si prendeva il tempo senza fretta, restai con gli occhi bassi, il corpo nudo esposto alla scansione del suo sguardo.
    
    Iniziavo a comprendere quale fosse la sua idea di una "salutare punizione", mi predisposi mentalmente a quanto sarebbe seguito.
    
    L'aria del primo pomeriggio, nella penombra del casotto, si faceva più ardente e l'odore che la impregnava più forte. Per l'emozione iniziavo ad avvertire in maniera più intensa il calore, la pelle accentuava la traspirazione e piccoli brillantini di umidità creavano una velatura opalescente sull'epidermide.
    
    Con calma, si diresse alla scaffalatura a parete, aveva ripiani colmi dei materiali più disparati. Si mise a rimestare in un contenitore di plastica, ne trasse qualcosa e tornò ad occuparsi di me.
    
    - Alza le braccia e incrocia le mani dietro alla nuca. -
    
    Eseguì prontamente l'ordine secco: le gambe divaricate, le mani giunte alla nuca e il busto eretto. I miei seni, animati della cadenza rapida del respiro, oscillavano nell'aria statica.
    
    Nelle mani teneva due piccole ...
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