1. Il mio signore non fa mai regali.


    Data: 17/04/2021, Categorie: Etero Autore: DonnaCamaleonte, Fonte: RaccontiMilu

    ... pronta a scattare a un tuo ordine. A un tuo desiderio. Stai decidendo che cosa fare di me, lo avverto, anche se non me lo dici. ‘Il tuo signore &egrave stanco’, dici all’improvviso, rompendo il silenzio. ‘Sono sicuro che un massaggio ai piedi sarebbe l’ideale per riprendermi’. I tuoi occhi sono giudici di ogni mio movimento, di ogni mia piccola esitazione. Ma io non cedo, non esito. Non voglio darti la soddisfazione di avermi colto in fallo. ‘Posso usare anche le mani, mio signore’? ti domando con dimessa umiltà. ‘Si’. E’ solo una parola quella che mi dà il via. Mi avvicino alle tue scarpe e con studiata lentezza le slaccio. Lentamente. Voglio sentire i lacci che mi scivolano fra le mani. Inizio da una scarpa, che allontano con cura, perché ti appartiene. Sfilo via anche il calzino, rigorosamente blu. Avvicino il mio viso al tuo piede nudo e inizio a leccarlo con voracità. Ha un odore forte, intenso, ma non fastidioso. Assaggio ogni dito, il meraviglioso collo, il tallone, fino a salire su verso la caviglia. Non mi servono le mani ora, così le appoggio a terra. Non riesco a non immaginare la scena ‘dall’esterno’, guardandomi praticamente sdraiata a terra, con il sedere verso l’alto e la mia bocca intenta a procurare refrigerio ai tuoi piedi. Sento che ti piace, perché mi chiedi di non smettere. Non posso farlo, perché c’&egrave anche l’altro di cui prendersi cura. Mi dedico anche a lui, fratello gemello di piaceri ed eccitazione. Sempre nella stessa posizione, sempre con il ...
    ... mio sedere rivolto verso l’alto. So che questo ti eccita, ti distrae, ti lascia immaginare di poter fare di me e del mio corpo ciò che più ti aggrada e ti compiace. ‘Ora basta’, dici dopo un tempo che non so quantificare. ‘credo tu ti sia rilassata abbastanza’. Mi chiedi di alzarmi. Vuoi vedermi in piedi davanti a te. Provo a sostenere il tuo sguardo, ma la tua mano abbassa la mia testa ‘non dimenticare mai che io sono il tuo signore e tu mi devi il rispetto che merito’. Quella frase mi fa pensare, ma non voglio perdere la concentrazione, non voglio distogliere la mia attenzione. Ti alzi, mi giri attorno e infili un dito nella mia intimità. ‘Sei bagnata. Sei calda. Sei eccitata. Molto bene, questo faciliterà le cose’. Non so a cosa ti riferisci, ma sono pronta a provare. Mi chiedi di avvicinarmi al tavolo della sala e di appoggiarmi lì. Le mani distese sul tavolo, il sedere in fuori. ‘Culo in fuori’. Sai che non amo le parolacce e io so perché lo hai detto. Lo accarezzi con cura, con passione. E poi sento che un dito si insinua. Questa &egrave una cosa che mi spaventa, e tu lo sai. ‘Rilassati, mi sussurri’ Vedrai quanto ti piacerà’. Il tuo dito impertinente corre addosso a me e scivola veloce nella mia intimità. Capisco così che lo stai lubrificando a dovere per farlo entrare da qualche altra parte e così &egrave’ Sento che prova a forzare il mio buchino, che all’inizio oppone una netta resistenza. Ma le tue mani conoscono l’arte sapiente della pazienza ed &egrave così che ...
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