1. Il mio signore non fa mai regali.


    Data: 17/04/2021, Categorie: Etero Autore: DonnaCamaleonte, Fonte: RaccontiMilu

    ... e pronta ad esplodere ed &egrave la punta della tua lingua a liberare u orgasmo potente e profondo. Mi sento come un fiume in piena che non riesce a smettere. Il piacere arriva a ondate inarrestabili che non riesco a controllare. Mi sento squassata dall’interno, vorrei gridare ma la tua mano &egrave sulle mie labbra. Continui a sfiorarmi anche quando l’orgasmo sta arrivando al termine. Fa quasi male, ma tu continui. Non ti fermi. Ho il fiatone per quanto mi sento esausta, svuotata, appagata. Se non ti conoscessi, direi quasi che hai voluto farmi un regalo gratuito. Mi lasci così sul divano, senza la forza di muovere un muscolo. Mi guardi, mi osservi e mi lasci tempo. Ho la testa che gira e le braccia che formicolano, ma so che non &egrave finita qui. La tua bocca &egrave molto vicina alla mia ‘adesso &egrave il tuo signore che vuole godere’.’
    
    ‘adesso &egrave il tuo signore che vuole godere’.’ Questa frase mi giunge da lontano, come da un’altra dimensione. Il mio corpo &egrave ancora pieno di quell’orgasmo a lungo desiderato e portato all’estremo. Sento gambe e braccia intorpidite e ti basta uno sguardo per capirlo. Ti allontani da me giusto il tempo di prendere dell’acqua fresca ‘ ci tieni molto al fatto che io beva ‘ e me la fai sorseggiare, lentamente. Mi chiedi se sto bene, se ce la faccio a mettermi in piedi. Ti guardo e ti sorrido, quel cenno di dolcezza inaspettato mi ridà nuovo vigore. Il pensiero che tu possa andare via insoddisfatto, non appagato, non orgoglioso ...
    ... della tua sottomessa &egrave una vergogna troppo grande per me. Ti sorrido di nuovo, ti dico che sto bene. Mi guardi e nei tuoi occhi c’&egrave qualche cosa di ancora nuovo per me, che non riesco a comprendere del tutto. Mi prendi per mano, mi fai accomodare al centro della stanza. Mi chiedi di inginocchiarmi di nuovo e di attendere lì, in quella posizione. Le ginocchia mi fanno male, ma non voglio cedere. Sento i tuoi passi muoversi nella mia casa, fra le mie cose e penso che tutto qui sa di te. Quando ritorni, la sola cosa che posso vedere sono i tuoi piedi nudi e bellissimi, che contrastano con il parquet del mio salotto. Li porti proprio vicini alle mie ginocchia. Con una mano, alzi il mio mento, affinch&egrave io ti possa guardare negli occhi. ‘Adesso tu farai esattamente quello che io ti dirò. E’ chiaro?’. Non c’era molto da discutere, la mia risposta &egrave un sussurro lieve ‘si, mio signore’. ‘Brava bambina’. Ti inginocchi anche tu di fronte a me e vedo che nell’altra mano ci sono dei cubetti di ghiaccio. Sai che sono molto sensibile al freddo. Me li passi prima sulle labbra, disegnandone il contorno. Poi &egrave la volta del collo; avverto le prime gocce colare lungo il petto, sulla pancia, rimanere in bilico nella piega dell’ombelico. E’ un contrasto imprevisto quello del ghiaccio e delle tue sapienti mani che mi corrono addosso. Avvicini i cubetti di ghiaccio ai miei seni, ai miei capezzoli, che all’improvviso lasciano esplodere tutta la loro sensibilità. Adori ...
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